Le frontiere dell’oleodinamica nell’era dell’Internet of Things

L’obiettivo è ripensare il settore in chiave 4.0 per cogliere opportunità di efficienza e profitto

  • Maggio 8, 2017
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  • L’ing. Giuseppe Ferrari, Responsabile dell’Ufficio Tecnico di Hydac
    L’ing. Giuseppe Ferrari, Responsabile dell’Ufficio Tecnico di Hydac

Quale sarà il ruolo dell’oleodinamica nell’era dell’Internet of Things e della Smart Manufacturing? Ne abbiamo parlato con l’ing. Giuseppe Ferrari, Re­sponsabile dell’Ufficio Tecnico di Hydac, azienda leader nel settore oleodinami­co e dell’automazione industriale.

Ing. Ferrari, quali sono i principi tecnologici sui quali si basa la rivoluzione che il nuovo paradigma dell’Industry 4.0 promette di apportare? E di cosa hanno bisogno le aziende per coglierne al meglio le opportunità?

Cominciamo col sottolineare che l’Industry 4.0 ruota attorno al principio della digitalizzazione, nato al fine di rendere più flessibile e profittevole la produzione di beni e l’erogazione di servizi. Tuttavia, a dispetto di quanto si possa pensare a una prima analisi, le aziende non avranno necessità di implementare chissà quali innovazioni tecnologiche per adattarvisi: gli strumenti infatti esistono già, a cambiare sarà l’approccio con il quale ci si dovrà accostare a queste tecnologie. Ad ogni modo, le trasformazioni avverranno nella maggior parte dei casi attraverso attività di Retrofitting, con aggiornamenti graduali di asset esistenti. Di 4.0 si comincia inoltre a discutere in ambiti sempre più ampi. C’è chi propone di parlare persino di “Azienda 4.0”, proprio perché il cambiamento va a interessare tutto il sistema aziendale e non solo il comparto produttivo, finanche ad arrivare a uno scambio dati tra fabbriche diverse.

Come si relaziona un paradigma avanzato come quello dell’Industry 4.0 con un comparto industriale come quello idraulico, storicamente considerato tra i più “conservativi”?

Anzitutto sfatiamo una leggenda metropolitana: l’i­draulica è un settore ricco di innovazione, in generale ma ancor di più nello specifico con l’avvento dell’In­dustry 4.0. Non bisogna fare l’errore di considerare questo nuovo paradigma come esclusivo di alcuni comparti. Per esemplificare, lo schema logico attra­verso il quale i dati verranno analizzati e poi inter­pretati per implementare una funzione d’impianto non cambieranno assolutamente. Semplicemente si automatizzerà il processo, grazie all’approccio e alla componentistica adeguati.

Quali tipologie di strumenti saranno maggiormente coinvolte in questo cambiamento?

Nello specifico, Hydac propone una se­rie di famiglie di prodotti già predisposti a quest’integrazione, che riguardano l’elet­tronica di misura e controllo, i sistemi di azionamento idraulico, la sensoristica. Pro­prio i sensori avranno un ruolo sempre più centrale: costruiti con tecnologia IO-Link, permetteranno un continuo interscambio di dati. Tale tecnologia offre infatti vari van­taggi tra cui la possibilità di integrazione di funzioni diagnostiche, l’acquisizione e l’u­pload delle proprie impostazioni parametri­che, anche con macchine attive. Una delle rivoluzioni più attese è proprio quella che prevede che le macchine possano ripara­metrarsi automaticamente a seconda delle esigenze di produzione, svincolandosi così dal vincolo del “lotto minimo” per adeguarsi alla modalità plug&produce, con una produ­zione sempre più variabile e una estrema riduzione di magazzino e costi.

E la manutenzione? Che tipo di conseguenze ci saranno in quest’ambito?

La manutenzione sarà uno dei settori in cui la 4.0 attecchirà per prima. Si parlerà di IPM (Intelligent Predictive Maintenance) nel momento in cui le macchine saranno in grado di agire automaticamente ovviando a un problema di fronte al verificarsi di deter­minate informazioni impiantistiche. I dati di impianto potranno essere inoltre utilizzati sia in diretta, per valutazioni immediate, sia in dif­ferita per valutazioni statistiche e stoccaggio su cloud, aspetto fondamentale per l’analisi del fluido post lavorazione. Anche sotto questo aspetto, le soluzio­ni di Hydac sono già pronte per soddisfare le esigenze della Manu­tenzione 4.0.

Alessandro Ariu