Nuovi approcci per la formazione delle procedure Lockout/Tagout in manutenzione

Bloccare le fonti di energia prima di intervenire è vitale. La realtà virtuale rende l’apprendimento delle procedure LOTO più realistico e sicuro

  • Maggio 20, 2025
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  • La realtà virtuale è sempre più disponibile nelle aziende
    La realtà virtuale è sempre più disponibile nelle aziende
  • Un test di validazione del progetto FEREO
    Un test di validazione del progetto FEREO

A cura di Francesco Costantino, Professore associato presso l’Università di Roma “La Sapienza”; Sara Stabile, Primo Ricercatore Chimico presso il Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale dell’INAIL

 

Le procedure LOTO, acronimo di “Lockout/ Tagout”, svolgono un ruolo fondamentale nella manutenzione degli impianti industriali, garantendo la sicurezza degli operatori e delle operatrici, prevenendo incidenti potenzialmente gravi. Queste procedure permettono di isolare e mettere in sicurezza le fonti di energia dei macchinari, prevenendo avviamenti accidentali che potrebbero causare gravi infortuni o danni. Ma cosa sono esattamente le procedure LOTO? Immaginiamo di effettuare un piccolo intervento di sostituzione di una presa di corrente a casa nostra; stacchiamo la corrente e ci rechiamo nella stanza dove è presente la presa da cambiare. Sfortunatamente rientra in quel momento chi vive con noi e pensa “deve essere saltata la corrente”. E il danno è fatto. Con il termine Lockout/Tagout si indica un insieme di pratiche di sicurezza volte a isolare macchinari o impianti dalle fonti di energia durante operazioni di manutenzione, pulizia o riparazione. In altre parole, il sistema LOTO prevede che tutte le fonti energetiche (elettriche, pneumatiche, idrauliche, meccaniche, ecc.) vengano disattivate, bloccate fisicamente con lucchetti (lockout) e contrassegnate con appositi cartellini informativi (tagout). Questa procedura impedisce avviamenti accidentali e tutela così la salute e l’incolumità di chi opera sul macchinario.

Nonostante la loro importanza, però, non sempre la loro applicazione è chiara o correttamente eseguita. I manager continuano a segnalare la tendenza di chi opera in manutenzione a non ottemperare alle procedure LOTO, soprattutto se gli interventi non sono pianificati e complessi, o anche se rapidi e molto frequenti.
Risulta dunque importante lavorare sulla formazione delle persone che svolgono le attività di manutenzione, per illustrare le procedure LOTO e farne comprendere l’importanza. Ma, come sappiamo bene, la tradizionale formazione in aula con l’uso di slide, o anche tramite training on the job, presenta alcune limitazioni che possono influire sull’efficacia dell’apprendimento: l’approccio in aula non permette lo sviluppo di abilità pratiche e l’applicazione delle conoscenze acquisite. Inoltre, la formazione standardizzata non sempre tiene conto delle diverse esigenze e livelli di esperienza dei partecipanti, rendendo difficile adattare i contenuti alle specificità dei singoli ruoli lavorativi; il training on the job può perpetuare abitudini non conformi alle normative di sicurezza, e comunque limita l’esperienza alle normali condizioni operative.
Per superare questi limiti, da qualche anno si sta assistendo ad un crescente interesse per l’uso della realtà virtuale (VR) come strumento di formazione. La realtà virtuale offre un ambiente immersivo e interattivo che consente ai partecipanti di sperimentare scenari realistici e situazioni di rischio in modo sicuro e controllato. Grazie alla VR, si possono acquisire competenze pratiche e migliorare la capacità di prendere decisioni corrette durante le operazioni di manutenzione, senza dover affrontare i pericoli reali. Inoltre, i visori VR sono sempre più diffusi e a basso costo, rendendo questa tecnologia accessibile a un numero crescente di aziende e settori.

 

Il progetto FEREO

È dunque interessante scoprire le recenti attività di ricerca di INAIL sul progetto FEREO (https://www.fereo.it/), realizzato nell’ambito del Bando di ricerca in collaborazione 2022 (ID63) con le università Sapienza e Roma3, per la realizzazione di strumenti basati sulla realtà virtuale da mettere a disposizione delle imprese che vogliono effettuare formazione innovativa sul tema delle LOTO. La scelta di utilizzare una soluzione VR è dettata dai molti esperimenti che hanno mostrato come un apprendimento basato sul role playing, un metodo formativo in cui i partecipanti interpretano ruoli specifici all’interno di scenari simulati, permetta di acquisire competenze in un ambiente sicuro, aumentando l’efficacia della formazione. Probabilmente contribuisce al processo di apprendimento il cosiddetto “wow effect”, ovvero quell’entusiasmo dovuto dall’utilizzo di tecnologie innovative, che ha effetto positivo, stimola l’interesse e il coinvolgimento dei partecipanti, rendendo l’esperienza formativa più interessante e piacevole. Grazie a questo impatto, gli utenti tendono a ricordare meglio le informazioni e le competenze acquisite, migliorando l’efficacia complessiva dell’apprendimento. Potremmo riprendere le immortali parole della scrittrice Maya Angelou: le persone potrebbero non ricordare esattamente cosa hai fatto o cosa hai detto, ma ricorderanno sempre come le hai fatte sentire. Su questo principio il progetto sta realizzando un sistema di VR in grado di far svolgere un intervento di manutenzione su un compressore, “facendo sentire” cosa succede se non vengono rispettati i passi previsti dalla procedura LOTO.

La scelta di utilizzare la realtà virtuale è legata alla sempre maggiore disponibilità di visori presso le aziende e all’efficacia della formazione svolta in realtà virtuale. Sono infatti sempre di più le imprese che con poche centinaia di euro hanno acquisito tra i propri dispositivi multimediali anche dei visori di realtà virtuale. Questa diffusione si riconduce principalmente a fini esplorativi di tale tecnologia, ma al tempo stesso è oramai confermato da moltissime ricerche che la realtà virtuale è uno strumento efficace per la formazione in contesti di salute e sicurezza sul lavoro. Infatti, gli ambienti immersivi e interattivi migliorano l’apprendimento e l’acquisizione di competenze, riducendo allo stesso tempo i rischi associati ai metodi tradizionali di formazione. Questa affermazione non ci stupisce, soprattutto se pensiamo da quanti anni la formazione dei piloti aeronautici o di alcune operazioni chirurgiche si svolge grazie a simulatori che emulano ambienti complessi.

Nel progetto si è dunque creato un contesto manifatturiero, con una linea produttiva in cui è presente un compressore industriale che richiede manutenzione. Tramite un visore VR la persona che deve imparare le fasi di una procedura LOTO viene lasciato libero di esplorare l’ambiente e di testare l’intervento sul compressore, vivendo con la propria esperienza immersiva le dirette conseguenze delle sue scelte: ad esempio, la mancata dissipazione della pressione nel circuito porta poi ad una ustione durante la manutenzione. Questo approccio richiede alla persona di gestire i rischi di tre diverse fonti di energia (elettrica, pneumatica e termica) e la navigazione tra pericoli come scosse elettriche, macchinari in movimento e aria ad alta pressione. Il processo richiede vari dispositivi di blocco e cartelli per garantire un isolamento completo dell’energia. La procedura richiede al lavoratore di mettersi in sicurezza e di mettere in sicurezza il compressore prima di eseguire l’attività di manutenzione. Dopo aver simulato la procedura, lo stesso lavoratore deve riportare il sistema allo stato iniziale, di piena operatività.

Ma cosa succede quando le cose vanno diversamente da come previsto? Il progetto utilizza i principi dell’ingegneria della resilienza per superare l’approccio deterministico che ha come obiettivo il solo apprendere una successione di operazioni da svolgere, andando ad attivare meccanismi cognitivi di più alto livello, secondo il modello skill-rule-knowledge.

 

Automatismi, regole e conoscenza

Il modello Skill-Rules-Knowledge (SRK) pro- posto da Rasmussen negli anni ’80, descrive il comportamento umano nella gestione di compiti complessi attraverso tre livelli distinti di controllo cognitivo. Al livello skill, l’operatore agisce automaticamente e in modo inconscio, utilizzando abilità acquisite tramite esperienza ripetuta, senza necessità di ragionamento consapevole. Al livello rules (regole), l’individuo applica procedure note per rispondere a situazioni abituali o familiari, basandosi su esperienze passate o istruzioni codificate. Infine, al livello knowledge (conoscenza), l’operatore affronta situazioni nuove o impreviste ragionando ed elaborando soluzioni basate sulla propria conoscenza teorica e sulla capacità di problem solving.

Nel caso delle procedure LOTO chi fa manutenzione deve utilizzare skill e rules finché le condizioni sono quelle attese e coerenti con il WAI “Work-as-Imagined” il lavoro come è progettato o descritto in procedura; bisogna invece che intervenga la knowledge lì dove si devia da quanto atteso e si entra nel WAD ovvero “Work-As-Done” cioè come il lavoro viene effettivamente svolto. Basti pensare a quando in azienda si verifica un guasto mai riscontrato prima e non esiste una procedura per affrontare tale situazione.

Questo modello SRK è stato scelto per migliorare la formazione basata sulla VR, che nel progetto considera sia uno scenario “trail & error”, in cui l’obiettivo è garantire che i lavoratori interiorizzino i passaggi LOTO e possano eseguirli automaticamente, sia in un secondo scenario “live the variability”, in cui sono introdotti diversi elementi di imprevedibilità. In questo ultimo scenario il compito di effettuare la manutenzione sul compressore diventa più difficile perchè nel sistema complessivo mancano alcune risorse (ad esempio, i lucchetti per bloccare l’alimentazione elettrica), ma anche le informazioni smettono di essere perfette (ad esempio, il codice numerico di un componente di impianto è differente di quanto atteso dalla procedura di manutenzione).

 

Le aspettative

Il sistema di formazione in VR è stato realizzato ed è in fase di test, principalmente per verificare se le aspettative sono mantenute: il sistema permette di apprendere meglio rispetto ad una formazione tradizionale? Anche grazie alle simulazioni di situazioni inattese? Il protocollo di valutazione consiste in quattro fasi: reclutamento e formazione, fase di test, esecuzione dell’esperimento e somministrazione di un questionario soggettivo. Il questionario soggettivo mira a valutare la cybersickness, il carico mentale, la presenza spaziale e l’immersione, ma anche l’usabilità della soluzione di formazione VR. L’idea è di mettere a disposizione delle aziende un pacchetto pronto all’uso, che grazie alla sempre maggiore economicità dei visori VR potrebbe diventare uno strumento molto diffuso, direttamente scaricabile e utilizzabile dalle imprese.