Parola d’ordine: integrare i principi della sostenibilità nel processo manutentivo

Eleonora Perotto, Capo Servizio Sostenibilità di Ateneo, Mobility Manager, Politecnico di Milano

  • Novembre 16, 2018
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    Parola d’ordine: integrare i principi della sostenibilità nel processo manutentivo

La sostenibilità è oggi considerata dalla mag­gior parte delle organizzazioni un fonda­mentale fattore strategico. Lo scorso 22 maggio, durante l’inaugurazione della seconda edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, manifestazione promossa da ASVIS (Alleanza per lo Sviluppo So­stenibile) che rappresenta il prinicipale contributo italiano alla Settimana Europea dello Sviluppo So­stenibile, è stato asserito che la sostenibilità am­bientale e sociale delle attività delle aziende rap­presenta un fattore di competitività. Attualmente i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Developement Goals - SDGs) dell’Agenda 2030 (approvata il 25 settembre 2015 dalle Nazioni Unite), anche grazie all’attività svolta da ASVIS, non sono solo conosciuti da un numero sempre crescente di persone, ma sono anche sempre più frequentemente considerati nel processo di defini­zione delle politiche e delle strategie aziendali.

In tale contesto, caratterizzato i) dai 169 target per la sostenibilità dell’Agenda 2030 che contemplano sostanzialmente ogni tipologia di attività, ii) da una normativa cogente sempre più attenta a fornire garanzie di qualità ambientale e sociale di prodotti/servizi (modello “Total Quality Management”), iii) dalla presenza di norme per l’implementazione e il mantenimento di sistemi di gestione contraddi­stinte dal prevedere approcci quali il “Risk Based Thinking” o il “Life Cycle Thinking”, la manutenzio­ne assume un ruolo fondamentale.

È possibile asserire che la manutenzione costi­tuisce oggi uno degli strumenti d’elezione per il raggiungimento degli SDGs, sia che essa venga intesa in senso tradizionale (manutenzione impian­tistica), sia che essa venga intesa nella più ampia accezione del termine (manutenzione normativa/documentale). Per gestire al meglio gli aspetti am­bientali, della salute e sicurezza e quelli sociali, è naturalmente indispensabile che vengano applicati nuovi modelli gestionali ed organizzativi che inte­grando opportune politiche manutentive, consen­tano di pianificare, progettare e svolgere al meglio le attività proprie dell’organizzazione.

Il sistema di gestione della manutenzione dovreb­be non solo essere caratterizzato da un campo di applicazione quanto più possibile ampio (dagli impianti tecnologici, alle infrastrutture, passando per i veicoli, per arrivare ai software e all’appa­rato documentale), ma dovrebbe anche essere implementato ed integrato in maniera sinergica con gli altri sistemi di gestione (ambientale e per la salute e sicurezza in primis), dando partico­lare rilievo alla raccolta prima ed elaborazione poi dei dati al fine di poter eseguire non solo un monitoraggio adeguato delle diverse prestazioni dell’organizzazione, ma anche tutta una serie di valutazioni inerenti la gestione dei rischi, anche e soprattutto, in una prospettiva di ciclo di vita. E proprio in tal senso, è opportuno evidenziare che non più solo i beni o i servizi, ma anche le orga­nizzazioni nella loro interezza necessitano di es­sere valutate e gestite secondo una logica di lun­go periodo, capace di considerare l’intero ciclo di vita (passaggio da LCA, Life Cycle Assessment, a O-LCA, Organizational Life Cycle Assessment) in una prospettiva di gestione ottimale di tutti gli input e gli output, anche (e forse oggi soprattutto) nell’ottica di ottemperare a quanto previsto dalle Direttive inerenti la “circular economy” (di cui alla recentissima approvazione del nuovo “pacchet­to” lo scorso luglio) e nella prospettiva di svilup­pare nuovi modelli di business quali la “simbiosi industriale”.

A fronte di tutto quanto sopra esposto, il processo manutentivo dovrà quindi non soltanto essere tale da massimizzare l’efficacia e l’efficienza in termini di disponibilità, affidabilità del bene (o, in senso lato, dell’intera organizzazione), ma anche consentire di garantire il contestuale miglioramento delle relati­ve prestazioni ambientali, della salute e sicurezza, nonché degli aspetti sociali correlati considerando l’intero ciclo di vita e i pertinenti rischi.

Einstein diceva che “la misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessa­rio”: forse è arrivato il momento di dimostrare la nostra intelligenza.