Prevenzione Attiva nell’Automotive

La prevenzione attiva è un argomento squisitamente ingegneristico della manutenzione e nulla ha a che vedere (apparentemente) con il cambiamento climatico e la neutralità carbonica. Argomenti che rimangono tuttavia pur sempre sottotraccia a qualsiasi ra

  • Giugno 17, 2022
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    Prevenzione Attiva nell’Automotive

L’argomento non è nuovo ma abbiamo avuto occasione di attuare in questi ultimi anni alcune sperimentazioni in aziende del settore Automotive che intendevamo condividere con voi.

Il principio della prevenzione attiva fa emergere subito la domanda su che cos’è la prevenzione passiva e come si differenzia l’una dall’altra. La prevenzione è un concetto antico ed è ragionevolmente chiaro a chiunque approcci la manutenzione. È l’anticipazione o meglio la visione anticipata di futuri possibili o potenziali guasti che non accadono impunemente quando meno te lo aspetti proprio perché con la prevenzione posso capirne le dinamiche e collocarne l’occorrenza in un tempo a me comodo o addirittura eliminarne del tutto l’occorrenza.

Questi giri di parole non saranno conformi alle norme UNI ma rendono l’idea in merito ai concetti che andremo via via chiarendo. Dovremo necessariamente ricorrere a delle semplificazioni. I guru della manutenzione non ce ne vogliano.

Le norme UNI codificano diverse modalità di prevenzione in relazione al tempo di vita residua che si accetta in un componente prima di intervenire nonché alla capacità di diagnosi e alla disponibilità di strumentazione idonea ad intercettare i fenomeni. Non ultimo anche ad alcune opportunità organizzative.

Storicamente queste diverse modalità sono denominate politiche di manutenzione. Ecco la preventiva statistica eseguita a data o a periodo costante. Ossia sostituisco il componente sulla base della vita media che gli attribuisco. A certi intervalli di date programmate ad esempio ogni tre mesi. O a certi intervalli di tempo dall’ultimo intervento. Ossia sempre ad esempio ogni tre mesi ma dalla precedente esecuzione che può appunto non coincidere con la precedente programmazione. Il periodo fra due interventi rimane in questo modo costante. Il primo metodo è più adatto per piccoli componenti poco costosi. Il secondo per componenti di dimensioni e costi importanti.

Ovvio che sostituendo il componente prima della rottura ne riduco la longevità facendola assurgere al valore medio e non al puntuale. Un punto in meno nella pagella della neutralità carbonica.

Se posso diagnosticare il degrado del componente ed ho gli strumenti per farlo ecco l’opportunità di una prevenzione “su condizione” o con maggiori complicazioni in “predittiva”.

Entrambe queste modalità (e non approfondiremo le differenze note a tutti) consentono la sostituzione un po’ prima che il componente si guasti. La longevità non è più una media ma è puntuale del componente. In pagella siamo arrivati al pari ma nulla di più.

C’è poi la preventiva migliorativa che si situa in una ristretta zona grigia fra prevenzione attiva e passiva.

Le politiche che abbiamo elencato fino a questo momento sottintendono una prevenzione passiva. Ossia non evitano il guasto del componente ma in diverse modalità ne rendono necessaria la sostituzione, prima che il guasto avvenga. Che è un modo diverso per dire che il guasto accadrà in officina e non sulle linee di produzione. Anche se il componente sostituito sarà rottamato.

La migliorativa una volta eseguita e quindi con l’onere di un intervento manutentivo consente o l’eliminazione del guasto o il significativo aumento della longevità. Ossia il guasto ci sarà e potrà essere intercettato con i consueti modi passivi ma in una durata temporale molto superiore. Un punto a favore nella pagella della neutralità carbonica.

I servizi di ingegneria valuteranno poi quale delle politiche descritte risulterà più conveniente caso per caso.

La prevenzione attiva consente invece di evitare l’occorrenza del guasto. Il che comporta parimenti un aumento dell’affidabilità ma non a prezzo di maggiori costi manutentivi come accade con la prevenzione passiva. Caspita che trovata. Certo non è facile ma si può anche fare (come direbbe l’amico Francesco Cominoli pigliando a prestito il titolo di un suo libro sulla manutenzione).

Il principio base è che ci sono dei guasti che intervengono a causa dello “stile di vita” delle macchine. Sporcizia vibrazioni disassamenti sovratensioni e sovracorrenti lubrificazione, eccetera.

Se l’ambiente operativo della macchina è fermamente standardizzato ossia sono eliminati quanto più possibile gli squilibri si ridurranno i guasti senza per questo aumentare gli interventi di manutenzione.

Uno dei percorsi che abbiamo individuato per ottenere questa fermezza attorno alla macchina sono dei controlli giornalieri.

Lo scopo di questi controlli è l’intercettazione di eventuali derive che a lungo andare provocheranno quello scostamento dagli standard operativi di lavoro che sono alla lunga forieri di vari tipi di malfunzionamenti e guasti.

A questo punto ci siamo impegnati a rendere tali controlli efficaci nella gestione quanto precisi nelle misure (dove ci sono) in modo da non ossessionare gli operatori ma nemmeno di favorire una sorta di lassismo manutentivo.

Il nostro sistema informativo opportunamente arricchito di questi nuovi processi è stato apparecchiato in una azienda del settore automotive. A capotavola sono stati messi gli elettromeccanici che svolgevano già compiti di pronto intervento e supervisione. Si parla ovviamente di impianti manifatturieri ma sarebbe interessante valutare il metodo anche in altri ambiti.

In questo modo abbiamo guadagnato parecchi punti sulla pagella della neutralità carbonica. Ridurre il numero di guasti e al tempo stesso il numero di interventi di manutenzione attiva un doppio effetto. Si riducono i pezzi che vanno ad ingrossare il mucchio dei rifiuti. Le prestazioni della macchina migliorano grazie ai suoi componenti più saldi nel compito con vantaggi nella qualità e nella obsolescenza.

Cambiereste mai una macchina che avete imparato a conoscere bene che la tenete in buon conto e che vi dà ogni giorno il vostro pane quotidiano?

La manutenzione a volte è così sembra una favoletta per arricchire lo spirito. In queste due pagine non abbiamo avuto la pretesa di risolvere molti dei vostri problemi ma se siamo riusciti a scatenare la vostra fantasia abbiamo raggiunto il compito che ci eravamo prefissi.

E tutto senza usare virgole. Segni di punteggiatura ridotti al minimo. Anche questo è uno stimolo per la fantasia. Rimaniamo in attesa dei vostri commenti.

Maurizio Cattaneo Amministratore, Global Service & Maintenance