La valenza strategica delle Academy aziendali per la formazione continua in ambito manutentivo

Intervista doppia proposta da Festo Consulting & Training durante “Il Mese della Manutenzione” di giugno 2021. Intervengono Francesco Onorato (ERG) e Michele Conchetto (Salvagnini)

  • Novembre 22, 2021
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In questo articolo riprendiamo le tematiche presentate durante il Webinar dello scorso 24 giugno quando, durante “Il Mese della Manutenzione - Giugno 2021”, Festo Consulting & Training, in occasione della 19a edizione di MaintenanceStories, ha organizzato un Discussion Panel dal titolo “La valenza strategica delle Academy aziendali per la formazione continua in ambito manutentivo”. Con la moderazione di Claudio Asnaghi (Practice Manager Area Manutenzione e Tecnologie) e Francesco Gittarelli (Direttore del Master Manutenzione e Gestione degli Asset di Festo Academy), sono intervenuti Francesco Onorato, Head Of Maintenance Italy Wind & Solar di ERG, e Michele Conchetto, Group Head of HR di Salvagnini.

Articolo a cura di Marco Marangoni, Direttore Editoriale di Manutenzione & AM

  • Francesco Gittarelli/Claudio Asnaghi: Perché riteniamo importante dedicare attenzione al tema delle Academy aziendali? Perché si tratta di un fenomeno in forte crescita: soprattutto nelle grandi aziende, esse rappresentano una modalità efficace per lo sviluppo delle competenze attraverso la formazione continua. Oggi, in tempo di digitalizzazione, diventa di fondamentale importanza saper cambiare pelle nel modo di fare training e le Academy interne si stanno trasformando in vere e proprie unità di business capaci di generare valore.
  • Francesco Gittarelli a Francesco Onorato: quali sono state le motivazioni alla base della creazione del vostro Training Center aziendale e qual è la strategia che porta, attraverso l’accrescimento delle competenze, al raggiungimento di obiettivi di business
  • Francesco Onorato: Per rispondere alla domanda, faccio prima una breve introduzione. ERG opera nel settore energetico da oltre 80 anni, è tra i principali player in Europa ed il primo in Italia. Nel 2008 l’azienda è entrata nel settore delle energie rinnovabili, in particolare in quello dell’eolico, uscendo dal business dell’oil. Questo passaggio ci ha portati a modificare completamente la nostra struttura organizzativa. Nel 2013 poi, ERG ha deciso di completare la filiera dell’eolico acquisendo un ramo di azienda di una società specializzata nella manutenzione degli impianti eolici. Di fatto, ha deciso di fare manutenzione sui propri asset senza più l’intervento di terzi. Sono state acquisite non solo risorse, ma anche know-how, mezzi e tools per far fronte a queste esigenze manutentive su macchine di piccola taglia. Nel 2014 invece ha preso avvio un progetto di internalizzazione del processo manutentivo di piattaforme più grandi, che fino a quel momento era gestito dagli stessi player che avevano venduto gli impianti ad ERG. Questo piano è stato sviluppato in quattro anni ed è stato portato a termine prevalentemente con risorse già a disposizione. Sono state poche le integrazioni specialistiche necessarie, ma in questo percorso ci siamo resi conto che occorreva colmare, con una opportuna formazione tecnica e manageriale, il gap tecnico rilevato all’inizio del progetto attraverso i classici strumenti di skill assessment. La nostra Academy, quindi, a cui abbiamo dato il nome di “centro di addestramento tecnico”, nasce e si struttura per il personale dell’eolico, per prepararci alle sfide future mediante la valorizzazione della formazione tecnica.
    Nello specifico, abbiamo sviluppato un polo didattico operativo dove poter convogliare la formazione teorica e quella pratica di tutto il personale operante sui nostri asset eolici e solari, con una metodologia didattica omogenea e percorsi formativi ad hoc per il Wind e per il Solar, per incrementare le skill dei nostri tecnici sul campo e colmare i gap formativi, e in alcuni casi addirittura portare i manutentori verso la polivalenza e certificare le competenze di manutenzione secondo la norma UNI EN 15628. A giugno avevamo certificato circa cento tecnici, anche grazie al supporto di Festo.
    Altro obiettivo dell’Academy è la diffusione del know-how: ERG è infatti una realtà distribuita in tutto il Sud Italia e rendere disponibile un luogo di aggregazione dove poter condividere esperienze comuni tra i colleghi, che non si conoscono o non si vedono se non di rado, secondo noi è un valore aggiunto importante. Crediamo che la formazione continua costituisca la base delle buone performance nella gestione dei nostri asset. Abbiamo lavorato anche per far crescere la cultura della sicurezza degli operatori nell’ambiente di lavoro che, occorre non dimenticarlo, è localizzato a circa 80 metri d’altezza. La nostra Academy attualmente propone un’offerta formativa di circa 5.000 ore/uomo all’anno, coinvolge circa 120 risorse tecniche con una media di 50 ore/anno di training, senza considerare la formazione HSE di base e manageriale che tutto il capitale umano di ERG è chiamato a frequentare. Riteniamo inoltre che la condivisione delle competenze interne abbia un grande valore: l’esperienza di ognuno di noi può essere utile agli altri, quindi il nostro obiettivo è diffondere e trasferire il know-how aziendale a tutti gli operatori sparsi sul territorio.
  • Claudio Asnaghi a Michele Conchetto: in che modo le Academy aziendali, così come le aziende, riescono a sopravvivere in un contesto di mercato che cambia sempre più spesso e rapidamente?
  • Michele Conchetto: Salvagnini eroga formazione tecnica da sempre. Nel mio ruolo mi occupo della formazione tecnica rivolta ai colleghi che lavorano all’interno del Gruppo, non di quella destinata ai nostri clienti. Non gestisco dunque il mercato in modo diretto e frontale. Il nostro business model ci porta ad adattare le nostre linee alle esigenze del cliente, al contrario di quanto fa la concorrenza del nostro settore. I nostri sono impianti complessi e per questo è necessario che gli operatori dell’azienda cliente possiedano buone capacità tecniche: in questo caso agiamo con la formazione after sales, a cura del collega che segue la parte service. Io, invece, insieme al board dell’azienda, ho focalizzato l’attenzione sull’incremento del livello di conoscenza tecnica al nostro interno. In primis, perché negli ultimi anni Salvagnini ha registrato un tasso di crescita molto significativo: abbiamo visto aumentare il fatturato, la presenza nel mondo e la dimensione della nostra organizzazione. Arriviamo da una felice stagione di assunzioni e ne sono molto orgoglioso. Di fronte a tutto questo, si pone il tema della condivisione del know-how interno a disposizione, di altissimo valore tecnico, e di come esso possa essere trasmesso alle nuove generazioni. Inoltre, è importante anche trasmettere la tipica metodologia di lavoro che ci caratterizza, ovvero essere vicini ai nostri clienti. Se veniamo scelti, dobbiamo essere in grado di offrire un servizio post-vendita di qualità e il fatto di avere persone interne formate e pronte a rispondere alle esigenze di chi si affida a noi è fondamentale e riconosciuto dal mercato. Nel nostro settore l’innovazione tecnologica è costante e ed è necessario formarsi al meglio sia per chi lavora all’interno dell’azienda, sia per chi va in loco presso i clienti. Acquistando un nostro macchinario un cliente fa una scelta importante, i nostri installatori e collaudatori hanno il compito di far funzionare al meglio il tutto, interagendo direttamente con il cliente. Devono essere formati anche in quest’ultimo aspetto. Ecco, dunque, che l’Academy aziendale risponde alle esigenze dell’organizzazione, preparando i tecnici a gestire tutte queste dinamiche. Definisco l’Academy come “scuola d’impresa”: il sapere che possediamo dobbiamo diffonderlo. Salvagnini è un’azienda ancora molto basata su un sapere frutto di relazione personale, uno degli sforzi dell’Academy è quello di trasferire il sapere che proviene dalle persone.
  • Francesco Gittarelli a Francesco Onorato: quali possono essere gli indicatori tecnici, economici e organizzativi che ci permettono di affermare la convenienza e la valenza strategica di un’Academy?
  • Francesco Onorato: Innanzitutto, non credo sia vero che un’Academy non produce ricavi. Certo, è difficile quantificarli, ma nel tempo abbiamo cercato di trovare dei kpi capaci di indicarci l’efficacia o meno della formazione. Gestiamo una flotta di 11 piattaforme in 7 regioni, con 12 centri operativi che sono posti nelle vicinanze degli impianti. Capire come variano i costi di gestione in funzione delle piattaforme, piuttosto che delle macroaree, e quindi del personale che è al servizio di quelle piattaforme, ci permette di paragonare le risorse che lavorano in aree diverse e che gestiscono per esempio la stessa tipologia di piattaforma. Questo ci consente di valutare eventuali esigenze formative e ci fa capire se queste, una volta soddisfatte, modificano in meglio i costi di gestione. È un processo importante per poter tarare il tipo di intervento formativo da effettuare. Le analisi chiaramente non possono prescindere da una categorizzazione delle competenze del personale attraverso il cosiddetto Senior Technician Share: quanti tecnici specialisti mi sono necessari? Quanti manutentori junior o senior? Incrementare questo share è la base per lo sviluppo della carriera di un addetto. Fin dal 2017 è nata la necessità di creare una formazione ad hoc a supporto della nuova strategia manutentiva e delle nuove sfide tecnologiche che in futuro saremo chiamati ad affrontare, come per esempio il repowering, il reblading, l’LTE e l’age management, cioè la gestione dell’invecchiamento delle risorse, reinserendole in ambiti dove poter condividere le skill sviluppate in tanti anni di attività. In questo ambito, lavoriamo anche per poter certificare i trainer, quindi formare alcuni di questi tecnici senior con l’obiettivo di rendere in futuro la formazione totalmente internalizzata, progetto che stiamo realizzando con Festo. Concludo dicendo che tutto il centro, e quindi la proposta formativa che prevede anche formazione di base, si basa sulle esigenze dell’eolico e riteniamo, come Academy, che ci permetterà di realizzare un sistema integrato tra manutenzione, operatività e monitoraggio degli impianti di generazione energetica da fonte rinnovabile, che è il nostro core business. Inoltre, ci aiuterà ad affrontare al meglio la digitalizzazione, preparandoci a reagire rapidamente al cambiamento tecnologico che è in atto e che in altri ambiti è molto più visibile che nell’eolico.
  • Claudio Asnaghi a Michele Conchetto: ci piacerebbe capire come la vostra Academy, che nella forma attuale è abbastanza recente, riesce ad essere attrattiva per il mercato del lavoro.
  • Michele Conchetto: La nostra Academy interviene in una serie di processi molto importanti. Prima di addentrarmi nella risposta vorrei dar seguito ad un punto espresso dal collega Onorato: per Salvagnini l’age management rappresenta una criticità importante; l’anzianità media del nostro personale è molto elevata, siamo un’azienda che non ha turnover e nella quale è custodita una grande mole di sapere tecnico. Stiamo giungendo ad un punto in cui avremo delle uscite importanti di figure tecniche senior e il trasferimento della loro esperienza non è semplice. Si tratta quindi di un processo da supportare in modo strutturato. Essendo Salvagnini un’azienda tecnica, abbiamo la fortuna di essere attrattivi per risorse tecniche qualificate. Necessitiamo di un livello di competenza in ingresso di molto elevato: la maturità tecnica è quasi un entry level da noi. E devo dire che siamo molto soddisfatti delle figure che arrivano dagli ITS. Il livello superiore è quello della laurea triennale e magistrale.
    Oltre alla nostra riconoscibilità come azienda tecnica, un altro elemento che ci consente di attrarre risorse è proprio la nostra Academy: oggi presentare a un candidato un’organizzazione che si occupa in modo strutturato di formazione continua è vincente.
    Il “progetto Academy” è stato fortemente voluto dal nostro Presidente e per noi è davvero centrale: un percorso fatto all’interno dell’Academy può diventare molto di più, per esempio quando, al termine di un’iniziativa di formazione manageriale interna, dopo la presentazione di alcuni project work, questi si trasformano in concrete idee di business. L’Academy ha la capacità di mettere in movimento le risorse e non deve essere vista esclusivamente come processo top-down. Deve rappresentare un elemento di vicinanza alla persona che lavora in azienda, oltre che costituire il punto di riferimento tecnico per garantire una coerenza di conoscenze e competenze da distribuire all’interno di tutto il Gruppo. Su questo aspetto stiamo lavorando sempre di più insieme a Festo.