A cura di Alessandro Sasso, Coordinatore Sezione Trasporti, A.I.MAN.
L’evoluzione tecnologica in atto è spinta non solo dalla transizione ecologica ma anche dalle scelte strategiche di molte società aeroportuali e degli handler, che oggi investono sempre più su veicoli full electric di proprietà. In questo scenario, la revisione della norma CEI 11-27, ormai pressoché compiuta, e la sua verticalizzazione nel settore automotive, che sarà attuata con una Specifica Tecnica immediatamente cogente, rappresentano un punto di svolta, destinato ad avere un impatto immediato e profondo sulle operazioni di manutenzione all’interno del perimetro aeroportuale.
Dalla norma alla realtà operativa
La CEI 11-27, normativa tecnica di riferimento per i lavori sugli impianti elettrici in tensione e fuori tensione, è da tempo uno standard consolidato nel settore industriale. Tuttavia, la sua declinazione specifica nel mondo automotive - finora garantita solo dalla linea guida messa a punto dall’Associazione Manutenzione Trasporti e dalle buone pratiche di settore - assume ora un ruolo centrale in un comparto in piena trasformazione. Il contesto aeroportuale, con le sue peculiarità operative, richiede una lettura rigorosa e adattata della norma.
La gestione dei veicoli elettrici in officina non è più un ambito generico: implica procedure precise, ambienti idonei, personale adeguatamente formato e protocolli in linea con le nuove normative.
Le implicazioni per i post holders
Per i post holders di manutenzione — cioè coloro che, secondo il Regolamento Europeo (UE) 139/2014, sono responsabili della gestione tecnica dell’infrastruttura aeroportuale — le implicazioni sono concrete e immediate.
1. Layout delle officine
Le officine tradizionalmente pensate per mezzi diesel o endotermici devono ora affrontare un ripensamento strutturale. Servono aree delimitate per l’isolamento dei veicoli elettrici, attrezzature per la messa in sicurezza dei sistemi di propulsione e soluzioni per la gestione di eventuali situazioni d’emergenza, ivi comprese quelle che coinvolgono la presenza di batterie al litio.
2. Formazione obbligatoria del personale
La revisione CEI 11-27 introduce una classificazione semplificata dei ruoli con responsabilità nel processo di manutenzione (5 livelli nella norma, 3 livelli nella specifica tecnica) e richiede di adottare un sistema di gestione delle competenze per chi valuta il rischio elettrico (figure “PAV PES veico- lI”) e per chi opera in presenza dello stesso (Idoneità ai lavori sotto tensione, spesso in gergo riassunta in “PEI”), con percorsi formativi dedicati e aggiornamenti periodici. I motivi sono evidenti: la presenza di tensioni continue anziché alternate, valori anche di 600-800 V, assenza di circuiti di terra, rende la natura stessa dei rischi completamente differenti. La difformità fra gli impianti veicolari impone inoltre un’approfondita conoscenza degli schemi di trazione e delle prassi di messa in sicurezza elettrica degli stessi. Non si tratterà solo di un adempimento burocratico, ma di una vera e propria condizione operativa abilitante.
3. Organizzazione e tracciabilità delle procedure
Ogni intervento manutentivo su un veicolo elettrico dovrà essere tracciabile (o, quanto meno, alcuni passaggi che hanno rilevanza rispetto alla gestione del rischio), con una procedura conforme alla normativa e approvata internamente dal Safety Management System.
Si va quindi verso una manutenzione regolamentata e documentata: sebbene tale tendenza sia già presente negli aeroporti, viene introdotta la necessità di una procedura specifica per la manutenzione degli asset elettrici, conforme alla CEI 11-27, che al di là della forma applicativa (linea guida interna, elemento del Sistema di Gestione Integrato, addendum al DVR), rappresenta lo strumento primo per la definizione del processo manutentivo e la scrittura delle Istruzioni Operative di Sicurezza utilizzate da manutentori, operatori, addetti alla ricarica ecc.
Una sfida di sistema
Ciò che emerge è una trasformazione culturale oltre che tecnica. Il passaggio a flotte elettriche nei piazzali aeroportuali non è solo una questione di mezzi, ma di sistemi e persone. E in questo quadro, la CEI 11-27 rappresenta il ponte tra la sicurezza elettrica e l’operatività aeroportuale.
Non affrontare con serietà questa transizione normativa significa esporsi a rischi concreti, sia in termini di sicurezza che di responsabilità. Al contrario, anticipare e integrare le nuove direttive può rappresentare un vantaggio competitivo e un segno di maturità operativa.
Conclusione
Nei prossimi mesi, l’evoluzione della CEI 11- 27 e la sua declinazione automotive diventeranno elemento chiave per il mondo della manutenzione aeroportuale. I post holders, le direzioni tecniche e gli handler sono chiamati ad attrezzarsi non solo con nuove tecnologie, ma soprattutto con nuove competenze e processi.
Perché la mobilità elettrica in aeroporto è già realtà, ma la sicurezza e la professionalità restano l’unica garanzia ...per un decollo senza intoppi.



















































