A cura di Francesco Gittarelli, Responsabile Sezione “Manutenzione & Formazione”, A.I.MAN.
La rubrica Job & Skills, portavoce della Sezione A.I.MAN. Manutenzione & Formazione, fin dai suoi esordi nel 2021, ha cercato di creare quell’ambiente culturale nel quale la Formazione diventa sviluppatrice di competenze che generano cultura che a sua volta genera il bisogno di Formazione, in un ciclo virtuoso che si ripete in modo continuo.
Ma la Formazione può cambiare i comportamenti di un individuo? In che modo la Formazione diventa strategica? Risposta alla quale gli articoli pubblicati su questa edizione, cercheranno di dare una risposta
Diventa necessario riconoscere l'importanza del fattore umano in un contesto dove la tecnologia gioca un ruolo predominante e dove le competenze diventano essenziali per garantire una innovazione tecnologica che possa essere utilizzata in modo efficace e sicuro.
In questi casi occorre sviluppare una Cultura della Manutenzione che promuova l'apprendimento e l’integrazione di più Culture (come nel TPM), e nello stesso tempo, una Cultura forte e positiva che possa portare a comportamenti che favoriscano il successo organizzativo e l'innovazione.
A.I.MAN. ha fatto della diffusione della Cultura della Manutenzione il proprio incipit e, fin dagli inizi della sua storia, si è sempre posta come punto di riferimento della innovazione dei metodi e delle tecnologie, ma soprattutto di una Manutenzione fatta di persone.
Essere innovativa per la Manutenzione significa avere pieno possesso di quegli strumenti tecnologici, dalla predittiva al big data, dalla realtà aumentata alla intelligenza artificiale, che consentiranno di cavalcare la ricerca della massima efficienza in un contesto gestionale ed organizzativo teso a dare valore all’individuo.
Una Manutenzione che diventa innovativa in quanto l’uomo porta in sè le caratteristiche del “Problem Solver” ovvero il possesso di quella curiosità, quel volere andare oltre il visibile, di quel bisogno di comprendere fatti e fenomeni che lo circondano.
Quindi una Manutenzione fatta di uomini, portatori della capacità di analizzare informazioni e argomentazioni, per identificare falle e punti deboli, e che generino idee nuove per affrontare i problemi da diverse angolazioni.
La competenza professionale non rappresenta solo l’insieme dei Saperi che formano il patrimonio cognitivo dell’individuo, ma include anche abilità pratiche e regole che influenzano il comportamento. Avremo pertanto:
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Competenze Tecniche: abilità specifiche e contestualizzate, esempio le abilità manutentive
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Competenze Trasversali: espresse in diversi contesti come il problem solving;
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Competenze Comportamentali: rispetto delle regole, adattamento ai cambiamenti.
La metodologia manutentiva che più sviluppa gli aspetti comportamentali è quella della Manutenzione Comportamentale che può essere vista come un'estensione dei principi della Behavioral Safety, adattati al contesto della manutenzione.
Entrambi gli approcci promuovono una migliore interazione uomo-macchina e condividono l'obiettivo di migliorare la sicurezza e l'efficacia operativa attraverso la modifica dei comportamenti che possono portare al guasto o incidente.
Un aspetto fondamentale della Manutenzione Comportamentale è infatti legato all’individuazione delle cause di guasti o anomalie dovuti a errore umano perché, utilizzando metodologie di analisi approfondite (vedi Root Cause Analysis), è possibile evidenziare quelle categorie comportamentali responsabili del 50% delle cause radice dei guasti (fretta, disordine, sotto stima del rischio, non rispetto delle regole, distrazione etc.)
Competenze Comportamentali e Formazione del personale di Manutenzione
Se la causa radice di un guasto è riconducibile ad un comportamento anomalo, l’azione correttiva più opportuna è quella della formazione del manutentore sui rischi presenti in una condotta irresponsabile , associata ad una costante attività di osservazione e vigilanza operata dai leader.
La formazione diventa quindi essenziale per sviluppare competenze e influenzare i comportamenti. Una formazione efficace può inoltre contribuire a rafforzare la cultura organizzativa, allineando i valori e le pratiche dei dipendenti con gli obiettivi dell'organizzazione. La formazione gioca un ruolo cruciale nello sviluppo delle competenze comportamentali perché fornisce al personale di manutenzione le conoscenze e le abilità necessarie per migliorare il loro comportamento sul posto di lavoro. La formazione aiuta i dipendenti a riconoscere quali competenze comportamentali sono importanti per il loro ruolo e per l'organizzazione come ad esempio la comunicazione efficace, la gestione del conflitto, la leadership e il lavoro di squadra. La formazione deve fornire una chiara comprensione delle norme e dei valori culturali dell'organizzazione e deve essere pratica, attraverso esercitazioni e simulazioni, per consentire ai dipendenti di esercitare le competenze comportamentali in situazioni realistiche.
La formazione deve quindi preparare i dipendenti ad affrontare il cambiamento, sviluppando competenze che li aiutano ad essere più resilienti e adattabili.
Questo è particolarmente importante in contesti lavorativi in continua evoluzione.
La formazione standardizzata
La standardizzazione è la premessa necessaria per favorire il miglioramento continuo. Lo standard del modello di formazione europea del personale di manutenzione è rappresentato dalla Norma EN 15628/24, che stabilisce i criteri di qualificazione del personale e compone la base sulla quale si articola la certificazione del personale di manutenzione, avviata in Italia dal Cicpnd. Ma la formazione standardizzata, come qualunque altro processo, presenta i limiti propri di un approccio standard, ovvero garantisce una regolarità quando il sistema è sotto controllo, ma diventa critica se il processo presenta delle derive. Questa diventa la condizione che presenta i vantaggi propri di una Manutenzione Comportamentale perché in presenza di un processo in deriva, subentra, alla manutenzione pianificata, il valore della competenza del manutentore, ovvero quella condizione che lo rende capace di superare il limite di un sistema codificato e standardizzato per aprirsi a un sistema a volte più vago, spesso indeterminato, dove le scelte sono guidate dal know-how in possesso del manutentore.
Conclusioni
Le Politiche di Manutenzione (correttiva o preventiva) sono reattive e rispondono ad un modello deterministico (approccio troubleshooting), con la Manutenzione Comportamentale la manutenzione diventa proattiva e risponde ad un modello probabilistico più legata alle capacità dell’individuo di gestire le incognite. L’attitudine al Problem Solving diventa così la competenza chiave per una efficace Manutenzione Comportamentale.




















































