L’Agenda UE per lo sviluppo delle competenze

Sancisce una necessità garantita dal diritto universale alla formazione e la possibilità di coltivare opportune competenze occupazionali

  • Febbraio 19, 2021
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  • L’Agenda UE per lo sviluppo delle competenze
    L’Agenda UE per lo sviluppo delle competenze

Perché una nuova rubrica su Job & Skills per la manutenzione? 

Quando Bruno Sasso, Coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico di “Manutenzione & Asset Management”, mi ha proposto di seguire sulla rivista una rubrica sulla formazione, sono rimasto piacevolmente sorpreso perché finalmente alle “competenze”, risorse immateriali, ma fondamentali per la gestione dei processi, veniva data maggiore visibilità.

La mia prima tentazione è stata quella di dare, a questo appuntamento mensile, la dignità di una programmazione editoriale strutturata, precisa nel dettaglio, articolata nei contenuti, insomma preparare un bel piano di lavoro, anche se poi il risultato sarebbe stato solo quello di una esposizione di case-history.

Così ho pensato che la rubrica potesse diventare qualcosa di più di una “bacheca”, e trasformarsi in uno spazio aperto al contributo dei lettori, reali protagonisti on the job, e lasciare a loro il compito di riempire questo spazio editoriale che vuole essere informativo, formativo, dialettico, disponibile al confronto ed alla sperimentazione.

Questo approccio ci consentirà, per esempio, di avere le testimonianze dirette di chi opera per favorire e sviluppare le competenze del personale di manutenzione, ma anche di chi opera con la manutenzione, quali i Plant Manager, i Responsabili del Personale, la Qualità, la Sicurezza etc.
Essendo poi uno spazio aperto alla formazione, saranno pubblicate alcune “pillole formative” ovvero articoli monotematici a scopo informativo, realizzati da esperti di manutenzione, docenti, trainer. Questi articoli si presteranno poi ad essere raccolti per creare un “quaderno della manutenzione”
Ci sarà spazio, inoltre, per informare sui finanziamenti erogati. La Commissione Europea ha stanziato molti miliardi per finanziare la formazione. Attraverso questa rubrica saranno date le informazioni per attingere ai finanziamenti disponibili. 

Quindi il mio invito è quello di costruire insieme questo spazio editoriale, consapevoli del contributo che potremo portare alla crescita e sviluppo della cultura del mantenimento, pienamente allineati con le disposizioni del Parlamento Europeo in materia di tutela ambientale e progresso tecnologico.

Lo scenario europeo

Pur rassegnati a una gestione lunga della crisi sanitaria, causata dal Covid-19, si rende necessario pensare da subito a un cambiamento radicale del paradigma delle competenze, viste sempre più in una dimensione europea. 

La spinta alla ricerca e innovazione delle competenze, voluta dalla Commissione Europea, nasce dalla necessità di tutelare l’ambiente e favorire lo sviluppo delle tecnologie digitali. Tutto questo porta al passaggio da una economia lineare (sistema aperto), caratterizzata da un processo che prima genera e poi deve distruggere energia (rifiuto), a una economia circolare (sistema chiuso) basata sui principi della integrità, della rinnovabilità e della gestione del fine vita (rigenerazione e riciclo dei materiali, in netto contrasto con le metodologie di obsolescenza programmata). Accanto a questo mutamento dei riferimenti economici, stiamo vivendo un periodo storico, complicato dalla crisi Covid, che ha prodotto, nell’ambiente organizzativo, una trasformazione da sistema “solido” (sistema sotto controllo, orientato alla efficienza) a sistema “liquido”, ovvero rappresentato da condizioni di instabilità organizzativa, caratterizzate dalle variabili Volatilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità (VUCA).

Lo sviluppo della pandemia ha costretto infatti le aziende e i cittadini europei a modificare il loro stile di vita e di lavoro nel giro di pochissimi giorni, e continua a farlo.
Per sopravvivere è stato necessario cambiare, adattarsi e non lasciarsi sopraffare dagli eventi. 
Ma se nei primi mesi della pandemia questa flessibilità era legata soprattutto all’istinto, ora diventa sempre più un metodo di lavoro che bisogna imparare a gestire anche grazie alle competenze, risorse fondamentali per il cambiamento.

Finanziamenti europei per lo sviluppo delle competenze

La Commissione Europea, per realizzare gli obiettivi che l’Agenda dello Sviluppo delle Competenze si pone, mobiliterà, per il periodo 2021-2027, significative risorse economiche già previste nel nuovo Recovery Fund Next Generation.

Queste risorse costituiranno una opportunità assoluta e unica per finanziare politiche e azioni in materia di competenze, necessarie per supportare la capacità di resistenza ai traumi economici generati dalla crisi sanitaria ed economica in corso e per puntare sempre più alla transizione ambientale e digitale. 
Il Fondo Sociale Europeo Plus, strumento noto e collaudato per il finanziamento delle attività volte allo sviluppo competenze e riqualificazione, potrà contare su una dotazione di un centinaio di miliardi di euro.

Le competenze professionali nel mondo VUCA

Il mondo VUCA richiede organizzazioni capaci di innovare il business, creando continuamente opportunità dove le competenze dei singoli non sono più codificate da mansioni, né soggette a vincoli gerarchici.
Accanto alle Competenze Tecniche Digitali, diventano pertanto competenze distintive la comunicazione, la motivazione, la condivisione, la capacità di osservare e di analizzare, la capacità di valutare il rischio, la capacità di sperimentare nuove strade senza temere errori o ribaltamenti, il Problem Solving, la capacità di non arrendersi dopo un insuccesso.
Le conseguenze sui modelli organizzativi sono prevedibili, infatti osserviamo già un modo di lavorare che passa da processi, protocolli e regole standard, ad attività destrutturate con una netta propensione al Remote Working. Il sistema organizzativo si affida quindi alla persona che diventa imprenditore di se stesso, realizzando così la piena flessibilità.

Competenze VUCA per la Manutenzione 

La Commissione Europea assegna alla manutenzione il compito di “cultura del mantenimento e del riutilizzo”, introducendo una “etichettatura” da apporre sul prodotto che ne indichi il grado di riparabilità.

La UE intende infatti puntare alla sostenibilità, promuovendo il riutilizzo e la riparazione dei beni e favorendo la durata dei prodotti attraverso:

  • Il miglioramento delle modalità di riparazione (sviluppando, per esempio, la manutenibilità già in fase di progetto dei beni).
  • Miglioramenti per allungare la durata dei prodotti (puntando sulla qualità dei materiali e sulla affidabilità).
  • Adottando controlli sistematici lungo tutto il ciclo di vita del bene.
  • Trasformando il rifiuto in un bene riciclato.

La Manutenzione diventa quindi protagonista dei piani di sviluppo che l’Europa propone, e, in quanto processo, opera la trasformazione del proprio ambiente organizzativo in un ambiente VUCA, che sposta il focus dalle procedure alle persone diventate co-workers. 
Quali diventano pertanto le competenze distintive del manutentore nelle condizioni turbolente che l’ambiente VUCA determina? 
Con la tabella presente proviamo ad esaminare le soft skill che caratterizzano il profilo professionale dell’Ingegnere di Manutenzione in un contesto VUCA.

Conclusioni

Il Parlamento Europeo ha accettato la sfida mondiale del contrasto al degrado ambientale e all’utilizzo delle tecnologie digitali, mettendo a disposizione degli Stati membri un fiume di denaro finora inimmaginabile.
A garanzia di un corretto ed efficace utilizzo di tante risorse economiche disponibili, diventa però urgente innovare e sviluppare competenze professionali capaci di gestire modelli organizzativi scomposti, turbolenti e imprevedibili, tipici dell’ambiente VUCA.
La formazione diventerà pertanto il percorso necessario e aperto a tutti i cittadini europei, come sancito dal “Pilastro europeo dei diritti sociali”, e consentirà l’acquisizione di quegli strumenti conoscitivi e comportamentali che permetteranno e faciliteranno la ricerca e collocazione nel mercato del lavoro.
Per raggiungere gli obiettivi che l’Agenda UE si prefigge, saranno disponibili diverse fonti di finanziamento, dal Fondo Sociale Plus alla Next Generation UE, che renderà disponibile una dotazione di oltre 550 miliardi di euro per finanziare iniziative di formazione e sviluppo competenze, di qualificazione e di certificazione. 


Francesco Gittarelli
Membro del Consiglio Direttivo A.I.MAN.