Mistery Manut – Episodio 1 | Stagione 2023

Per il primo episodio del nuovo anno, Mistery Manut ci porta in una grande industria del settore Oil&Gas

  • Gennaio 26, 2023
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  • Mistery Manut – Episodio 1 | Stagione 2023
    Mistery Manut – Episodio 1 | Stagione 2023

Mistery Manut ci introduce nel mondo della grande industria di processo Oil&Gas, nella quale lavora da circa 20 anni e dove, nel tempo, ha ricoperto
diversi ruoli passando dall’Ingegneria di Manutenzione fino a ricoprire il ruolo di Responsabile di Manutenzione. Attualmente ricopre un ruolo di rilievo nell’Asset Management ed è socio attivo di A.I.MAN. – Associazione Italiana Manutenzione.

Nella tua azienda la manutenzione è considerata come elemento basilare per gestire compiutamente l’attività?

Assolutamente sì. Lavoro in una realtà estremamente complessa e sarebbe impossibile garantire la sostenibilità dei processi senza considerare la manutenzione  come elemento basilare e strategico.

Quali sono le aree più critiche del processo aziendale dove pensi che la manutenzione sia fondamentale?

Essendo un’industria di processo con impianti interconnessi e con la possibilità di modulare la produzione in base agli scenari di mercato, le aree più critiche sono, di volta in volta, quelle vincolate ai programmi produttivi del momento. Questo significa che le politiche manutentive non possono
rimanere fisse ma devono essere adeguate in base alla richiesta di disponibilità delle attrezzature.

Negli impianti per i quali è richiesta la massima disponibilità operativa si deve rafforzare il condition monitoring e si devono intensificare le analisi di integrità per evitare failure improvvise e indesiderate. In queste aree a tuo giudizio è fatto tutto il necessario ai fini manutentivi?

Ci stiamo arrivando gradualmente. La ciclicità degli scenari di mercato, che alterna anni di forti guadagni ad anni di crisi, si riflette nella ciclicità delle disponibilità di budget per la manutenzione e questo significa che nei periodi di magra si tende a tralasciare le logiche di manutenzione preventiva a favore della manutenzione reattiva. Stiamo lavorando per migliorare le nostre strategie di asset integrity di medio e lungo periodo.

Nella tua azienda hai possibilità di dare contributi per migliorare il processo manutentivo?

Sì, anche se comunque dipende sempre molto dalla linea gerarchica. Non sempre i manager sono uomini di manutenzione e la fatica più grande è convincerli a cambiare processi consolidati da anni in favore di approcci innovativi.

Quali sono le tue persone di riferimento?

Il responsabile dell’Asset Management e il Direttore di Stabilimento come linea gerarchica; i colleghi dell’asset e degli impianti come potenziali clienti nell’applicazione delle nuove proposte, tecniche o gestionali che siano.

Nella tua azienda la sicurezza nei diversi processi manutentivi è considerata prioritaria? Se sì si procede regolarmente a formazione, non solo nominale, in tema di sicurezza?

L’azienda è da sempre fortemente impegnata nella promozione e diffusione della cultura della sicurezza. Gli impianti hanno standard di sicurezza elevati, anche grazie ai numerosi e continui investimenti in ambito HSE; quindi, possiamo affermare che uno dei principali ambiti da presidiare sia quello dei “comportamenti” delle persone.

Credendo nell’utilità e nell’efficacia di approccio basato sullo sviluppo di comportamenti sicuri, vengono applicati protocolli che hanno portato e portano a una sequenza virtuosa di miglioramento continuo. I dati raccolti vengono analizzati e condivisi in riunioni periodiche sia con personale diretto sia con personale di ditte terze. La formazione strutturata e capillare.


Ritieni che nella tua azienda la formazione del personale di manutenzione sia importante anche alla luce delle nuove tecnologie o viene considerata sufficiente l’esperienza acquisita sul campo?

L’azienda ha sempre avuto la convinzione che l’efficacia organizzativa passi attraverso la creazione e il mantenimento delle competenze delle proprie risorse.
A partire dal 2010 abbiamo rafforzato questo principio intraprendendo un percorso formativo certificato con l’obiettivo di sviluppare e consolidare le competenze di manutenzione (secondo quello che oggi è lo standard della UNI EN 15628).
Da allora oltre 200 colleghi hanno conseguito la certificazione di secondo livello come “Tecnico di Manutenzione o Addetto all’Ingegneria di Manutenzione” in base a quanto previsto dagli standard del “Centro Italiano di Certificazione per le prove non distruttive e i processi industriali (CICPND).