Trasformazione digitale, manutenzione ed economia circolare

L’adozione di tecnologie 4.0 come IoT, Big Data e 3D Printing può abilitare lo sviluppo di modelli di economia circolare

  • Ottobre 10, 2019
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Provo qui a sviluppare il tema della sinergia tra le tecnologie ICT e i processi di manutenzione, spostando il focus del ragionamento su un aspetto che mi sta particolarmente a cuore: la trasformazione dei modelli economici nella direzione di una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e alla responsabilità sociale. Se facciamo lo sforzo di guardare i processi industriali nei quali oggi operiamo con gli occhi dei nostri figli, ovvero delle nuove generazioni che entreranno nel mondo del lavoro nei prossimi anni, possiamo provare a interrogarci sui sostanziali gap ancora da colmare in questi ambiti.

Trovo interessante la riflessione sulla circular economy fatta a dicembre scorso dal Prof. Carnevale-Maffè dell’Università Bocconi. Egli afferma provocatoriamente che “il passaggio dalla filiera alla circoliera” non avviene per buonismo: “Lo facciamo per soldi…” 1.

Gli investitori internazionali prediligono quelle aziende che più di altre si dimostrano capaci di mettere a frutto le nuove tecnologie per ottimizzare i processi produttivi, ridurre il consumo di energia e lo spreco di risorse non rinnovabili. Quelle che sviluppano gli asset intangibili acquisendo nuove competenze su tecnologie e processi, integrando i sistemi con le informazioni provenienti da clienti e fornitori, migliorando la qualità della vita dei lavoratori, investendo nella responsabilità sociale e nel miglioramento della reputazione aziendale. Del resto in questa stessa direzione stanno evolvendo i parametri di selezione dei prodotti da parte dei clienti, così come i criteri di scelta professionale da parte dei giovani talenti che si affacciano sul mercato del lavoro. Dal mio punto di vista, i manager e le aziende che non riusciranno a prevedere gli impatti che questi cambiamenti potranno avere sui propri settori di attività rischieranno di essere tagliati fuori dalle nuove opportunità di business che emergeranno nel prossimo futuro.

La sfida è passare dall’azienda che opera in modo lineare nella sua nicchia di mercato (magari adottando policy di social responsibility un po’ limitate), all’attivazione di nuovi processi di economia circolare realmente profittevoli e sostenibili. In questo senso è necessario estendere il focus della circular economy dal flusso fisico supply-side al doppio ciclo (vedi figura) che include il flusso logico del servizio demand-side, che è per sua natura data-driven, possibilmente adottando nuove forme di smart contracts, digitali e tracciabili. Questo porta con sé l’investimento in una “lifecycle management platform”, necessaria per assicurare la governance dell’intero processo1.

Per fare questo si può trarre spunto dalle buone pratiche di asset lifecycle management delle quali si è trattato ultimamente sulle pagine di questa rivista. Proviamo ora ad analizzare come l’economia circolare possa contribuire a creare valore e come la sinergia tra le tecnologie ICT e i processi di manutenzione possa giocare un ruolo determinante in questo percorso di trasformazione verso nuovi modelli economici.

Attraverso il ripensamento congiunto di prodotti, modelli di business e filiere, l’economia circolare è in grado di creare valore mediante tre modalità:

  1. Aumentando il tasso di utilizzo dei sistemi e la loro efficienza complessiva, grazie all’attivazione di servizi avanzati (sharing, pay-per-use) in grado di spostare il focus dal consumo all’utilizzo;
  2. Estendendo la vita utile degli asset attraverso l’erogazione dei migliori servizi di assistenza, riparazione e manutenzione;
  3. Recuperandone il valore residuo a fine ciclo, grazie al ricondizionamento dei prodotti, al disassemblaggio e riassemblaggio dei componenti, al riciclaggio dei materiali.

Diversi studi hanno dimostrato come questi tre momenti, se opportunamente analizzati e gestiti, possano rappresentare per le aziende grandi opportunità di miglioramento sotto il profilo economico, ambientale e sociale. L’adozione di tecnologie 4.0 come IoT, Big Data e 3D Printing può abilitare lo sviluppo di modelli di economia circolare, aumentando l’efficienza energetica, estendendo la vita utile di prodotti e componenti, recuperando il valore delle materie prime a fine ciclo. Alcuni casi aziendali possono essere utilizzati per illustrare concretamente tali legami2.

Per le grandi realtà industriali come Leonardo Company questo cambiamento va di pari passo con l’introduzione di logiche di servitization, con una diversa gestione delle supply chains (engineering, procurement, manufacturing, logistics, customer support) , con un ridisegno complessivo dei processi e dell’organizzazione aziendale e, ultimo ma non meno importante, lo sviluppo di nuove capacità (vedi figura):

  • Capacità di cogliere le opportunità rese possibili dalle nuove tecnologie I4.0 e IIoT
  • Capacità di mettere a punto l’offerta e l’acquisto di nuovi servizi, intercettando i bisogni dei clienti
  • Capacità di progettare e realizzare sistemi “prodotto-servizio” in grado di rispondere a tali bisogni
  • Capacità di gestire l’intero ciclo di vita dei prodotti-servizi tramite l’attivazione di processi di economia circolare realmente profittevoli e sostenibili

È questo a mio parere il terreno sul quale le nostre aziende si troveranno a competere nei prossimi anni: sono convinto che raccogliere dati dal campo e sviluppare nuove competenze (gli asset intangibili dei quali parlavo prima) sia il modo migliore per prepararsi ad affrontare questo cambiamento, per sua natura disruptive.

Bibliografia

1 “Industry 2π : innovation goes circular” di Carnevale-Maffè, Univ. Bocconi – COO Forum  2° edizione “Italia 4.0: siamo pronti?”– Deloitte (Milano), Giovedì 13 dicembre 2018

2 “Digitale e sostenibilità: come le tecnologie 4.0 abilitano l’Economia Circolare” di Marco Perona, Nicola Saccani e Gianmarco Bressanelli del 7 ottobre 2018

3 “Servitization and supply chains. A DHL perspective on future Engineering & Manufacturing Supply Chains” di Klaus Dohrmann, Katrin Hölter, Ali Z. Bigdeli, Eleanor Musson

 

Marcello Moresco
VP “Maintenance & Service Proposal Engineering” Leonardo Electronics Division