Un nuovo punto di vista sul Facility Management

Scrivo questa riflessione dedicata a tutti a tutti quei managers o responsabili di manutenzione come me che, come me, poi si ritrovano, volenti o nolenti, a occuparsi anche delle facilities o, come si diceva una volta in fabbrica, dei “servizi generali?

  • Luglio 26, 2022
  • 49 views
  • Un nuovo punto di vista sul Facility Management
    Un nuovo punto di vista sul Facility Management
  • Un nuovo punto di vista sul Facility Management
    Un nuovo punto di vista sul Facility Management

Mediamente siamo tutti di ambito produttivo; anche se siamo “indiretti di produzione”, ricadiamo sotto l’ampio cappello della produzione, e da questa abbiamo avuto l’imprinting, quindi, sappiamo che la linea non deve mai fermarsi e il nostro focus è su questa. Nel tempo abbiamo evoluto le nostre capacità e competenze per evitare ogni fermo linea o fermo macchina che potesse, in qualche modo, rallentare o fermare la produzione. Tutto quello che non è direttamente legato ad essa, per noi, è un fattore di disturbo.

Questo sicuramente non è frutto di cattiveria, ignoranza o malafede, ma deriva come dicevo sopra, da un tipo di formazione e approccio al lavoro che abbiamo avuto: focus sulla macchina, focus sulla linea, focus sulla produzione che fluisce, ma questo ci porta a trascurare tutti gli aspetti del nostro lavoro non collegati direttamente alla produzione.

E così, quando ci arriva una chiamata per avvisarci che in un ufficio c’è un neon che lampeggia o una porta che cigola diamo in escandescenze e a volte rispondiamo anche in maniera non molto educata.

Ma è mai possibile, ci domandiamo, che mentre siamo alle prese con questioni che riguardano direttamente la produzione, cioè quella cosa che fa sì che escano i pezzi e di conseguenza ci arrivi lo stipendio, qualcuno ci disturbi con tali inezie?

Una reazione simile l’abbiamo anche tutte le volte che ci chiedono di fare lavori strettamente legati al building, come riparare una finestra o riordinare un ufficio nel quale, a breve, si sistemerà un nuovo direttore.

Purtroppo, è così. Ognuno vede solo il proprio problema che, per lui, è il più grande problema del mondo e la manutenzione, un po’ come il signor Wolf, “risolve problemi”.

Il tipo di approccio utilizzato finora per risolvere tutte queste problematiche è stato quello di appaltarle a ditte esterne specializzate per non disperdere le nostre limitate risorse umane in attività con poco valore aggiunto rispetto alla loro elevata specializzazione.

Abbiamo così creato contratti di assistenza per i lavori più ricorrenti, mentre per gli altri, di volta in volta, ci siamo rivolti a ditte specializzate per l’esecuzione dei lavori.

Il controllo dei neon e la sostituzione di quelli esausti sono stati affidati a un elettricista esterno così come l pulizia periodica delle grondaie e dei tetti a specialisti, mentre quando si ottura un lavandino chiamiamo l’idraulico o ci rivolgiamo al serramentista per la finestra che non chiude più bene.

Così facendo abbiamo tolto dei lavori a basso valore aggiunto al personale di manutenzione, ma non del tutto.

Le ditte esterne non conoscono bene la nostra azienda e non sempre mandano lo stesso personale per cui capita, a volte, che si devono accompagnare gli operatori nel posto in cui va fatto il lavoro, si deve spiegare loro nel dettaglio il lavoro da fare e, da ultimo, li si deve ragguagliare sulle norme interne di sicurezza facendo una specie di riunione di inizio lavori in cui si valutano le eventuali interferenze tra il loro cantiere provvisorio e le nostre attività.

Oltre a questo, si ha le necessità, come preposti, di supervisionare il cantiere durante i lavori, di effettuare il collaudo finale e verificare che il cantiere sia stato correttamente rimosso.

È facile capire come tutte queste attività comportano un impegno, in termini di tempo, del personale di manutenzione paragonabile a quello che si impiegherebbe per effettuare direttamente il lavoro.

La soluzione è il tipico uovo di Colombo: è di fronte a tutti noi anche se non vogliamo vederla, specialmente si ostinano a non vederla i direttori del personale. La soluzione è di assumere del personale proprio per i servizi generali. Personale non particolarmente esperto, ma da inserire nello staff di manutenzione e destinare ai semplici lavori dei servizi generali.

Qualcuno che sostituisca neon esauriti e lampadine fulminate, qualcuno che sturi i lavandini dei bagni otturati, qualcuno che curi i due metri quadrati di aiuola davanti alla palazzina uffici, qualcuno che rivernici i tubi del gas o tinteggi le pareti dell’ufficio del direttore marketing, qualcuno che si occupi di sistemare gli uffici prima dell’arrivo del nuovo personale, qualcuno che raggruppi e fascetti i cavi del computer delle varie scrivanie, ecc.

Facendo, in prima istanza, il “conto della serva” vediamo che da un punto di vista economico abbiamo un vantaggio, perché paghiamo l’ora del nostro addetto ai servizi generali molto meno dell’ora dell’operaio della ditta specializzata. inoltre, il nostro addetto è a casa nostra, mentre l’operaio della ditta esterna deve raggiungere la nostra sede e noi paghiamo anche il tempo del suo trasferimento, senza contare poi il ricarico sui pezzi di ricambio e sui materiali di consumo che nel caso di un addetto interno non abbiamo.

Basta avere un’idea delle ore che paghiamo a ditte esterne per questo tipo di lavori per capire quanto può essere utile e conveniente avere un addetto ai servizi generali all’interno della manutenzione.

A queste considerazioni di natura economica e, facilmente valutabili, ne va aggiunta un’altra di natura pratica, ma difficilmente valutabile da un punto di vista economico: l’addetto ai servizi generali fa capo alla manutenzione, quindi, orbita intorno all’officina manutenzione e questo fa di lui un potenziale manutentore aggiunto. In tutti quei casi in cui la manutenzione si trova in difficoltà per mancanza di risorse può abbandonare i suoi lavori di “servizi generali” e fornire supporto al personale di manutenzione: per esempio, aiutando un manutentore in un intervento particolarmente complesso, facendo semplici lavori di manutenzione (come incollare una cinghia o riparare un semplice avvitatore pneumatico). Questo aiuta e velocizza il servizio di manutenzione centrale senza gravare ulteriormente sui suoi costi.

In conclusione: ben vengano i servizi generali nella grande famiglia della manutenzione, a patto però, di fornire le necessarie risorse.

 A cura di Pietro Marchetti, Coordinatore Regionale sezione Emilia-Romagna, A.I.MAN.