Auto elettriche. Manutenzione e Formazione

Le città del futuro saranno sempre più elettriche.

  • Maggio 2, 2025
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    Auto elettriche. Manutenzione e Formazione

A cura di Maurizio Cattaneo, Amministratore, Global Service & Maintenance

 

Le città del futuro saranno sempre più elettriche. Lo dimostra il progetto Breathe Cities, che punta a ridurre del 30% l’inquinamento atmosferico entro il 2030, grazie a una combinazione di misure per la mobilità sostenibile, gestione intelligente del traffico e monitoraggio della qualità dell’aria.

Perchè il passaggio all’elettrico è fondamentale?
L’auto elettrica non è solo un’innovazione tecnologica, ma una necessità ambientale e sanitaria. Eliminando le emissioni di scarico, può contribuire a ridurre drasticamente l’inquinamento urbano, migliorando la qualità della vita e proteggendo la salute pubblica. Oggi, le città europee affrontano una crisi silenziosa, ma devastante: la pessima qualità dell’aria. Secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, ogni anno oltre 400.000 persone in Europa muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico. In Italia, il problema è particolarmente grave, con livelli di PM10, PM2.5 e biossido di azoto (NO2) spesso oltre i limiti di sicurezza, che provocano nelle città 60.000 morti anno per cause respiratorie. 
Il traffico veicolare è tra i principali responsabili di questa emergenza. I motori a combustione interna emettono gas tossici che peggiorano patologie respiratorie e cardiovascolari, aumentando il rischio di infarti, ictus e tumori polmonari. Le città più inquinate registrano tassi più alti di malattie croniche e un’aspettativa di vita ridotta
Il passaggio all’elettrico cambia anche le dinamiche della manutenzione dei veicoli e delle infrastrutture urbane, con un impatto diretto su chi oggi si occupa di riparazione e assistenza auto. 
Vediamo cosa significa davvero questa trasformazione, quali sono le nuove esigenze di manutenzione e cosa cambia per meccanici, elettrauto e operatori del settore. 

Meno guasti, ma manutenzione diversa: come cambiano le auto elettriche
Uno dei punti di forza delle auto elettriche è la minore necessità di manutenzione rispetto ai motori termici. Il motivo è semplice: con meno componenti soggetti a usura, si riducono i guasti e gli interventi di riparazione. Senza frizioni, marmitte, cambi, cinghie di distribuzione o sistemi di iniezione, molte delle operazioni tradizionali scompaiono. 
Ci sono però nuove esigenze di manutenzione. La batteria, ad esempio, è il cuore dell’auto elettrica e deve essere monitorata con attenzione per evitare surriscaldamenti e degrado precoce. Ricariche troppo frequenti, scariche profonde o esposizione a temperature estreme possono comprometterne la durata. Anche il sistema frenante rigenerativo, pur consumandosi meno rispetto a un impianto tradizionale, richiede controlli periodici per garantire sicurezza ed efficienza. 
Un altro aspetto cruciale è il software. A differenza dei motori a combustione, le auto elettriche ricevono aggiornamenti online che ne migliorano le prestazioni e ottimizzano i consumi. Questo significa che la manutenzione passa sempre di più dalla meccanica all’informatica, rendendo necessaria una maggiore specializzazione nel settore. 
Non vanno poi trascurati gli pneumatici, che sulle auto elettriche si consumano più rapidamente a causa del peso delle batterie e della coppia immediata del motore. Anche il sistema di ricarica merita attenzione: colonnine pubbliche, wallbox domestiche e cavi devono essere mantenuti in condizioni ottimali per evitare malfunzionamenti e perdite di efficienza. 
Le auto elettriche, quindi, semplificano alcuni aspetti della manutenzione ma ne introducono di nuovi, rendendo indispensabile un aggiornamento continuo delle competenze. 

Colonnine, trasporto pubblico e sensori: la manutenzione della città elettrica
Se la qualità dell’aria deve migliorare, non basta sostituire le auto tradizionali con modelli elettrici. Servono infrastrutture efficienti, che garantiscano una ricarica affidabile e un sistema di mobilità sostenibile. Il progetto Breathe Cities prevede una serie di interventi per rendere le città più vivibili, ma tutto dipende dalla gestione a lungo termine
Le colonnine di ricarica, ad esempio, devono essere controllate regolarmente per assicurare che funzionino correttamente e che non ci siano problemi di erogazione dell’energia. Se un’auto elettrica non trova una colonnina funzionante, la transizione all’elettrico rischia di diventare un ostacolo anziché una soluzione. Un altro aspetto da considerare è il monitoraggio della qualità dell’aria. Molte città stanno installando sensori IoT per raccogliere dati sugli inquinanti e valutare l’efficacia delle politiche ambientali. Tuttavia, senza una calibrazione periodica e un’adeguata manutenzione, questi dispositivi possono fornire informazioni imprecise o addirittura inutilizzabili. Infine, anche le aree verdi contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, assorbendo CO2 e polveri sottili. Tuttavia, parchi e alberature devono essere curati con potature regolari, sistemi di irrigazione efficienti e programmi di manutenzione del verde urbano. 
L’elettrificazione delle città, quindi, oltre che una questione tecnologica, richiede anche una buona gestione e manutenzione

Meccanici ed elettrauto: cosa cambia per chi lavora nella manutenzione? 
In Italia, il settore dell’autoriparazione coinvolge centinaia di migliaia di professionisti, tra meccanici, elettrauto, gommisti e carrozzieri. Con il passaggio all’elettrico, il loro lavoro cambierà profondamente. 
I motori elettrici, essendo più semplici rispetto a quelli termici, riducono la necessità di molte riparazioni tradizionali. Il cambio dell’olio diventa superfluo, così come gli interventi su frizioni, iniettori e sistemi di scarico. Ma al posto di questi lavori, emergono nuove attività, come la diagnostica avanzata e la gestione dei software di bordo.
Anche la manutenzione delle batterie diventerà un aspetto chiave. Controllare lo stato delle celle, bilanciare il sistema e sostituire moduli danneggiati saranno operazioni fondamentali. 
Un’importante innovazione all’orizzonte è rappresentata dalle batterie a stato solido, che utilizzano un elettrolita solido al posto di quello liquido, offrendo maggiore sicurezza, durata e densità energetica. Promettono ricariche rapidissime – fino all’80% in 10-15 minuti – e autonomie superiori ai 1.000 km con una singola carica
Tuttavia, i costi produttivi sono ancora elevati e la maturità tecnologica non è completa. Toyota, BMW, Nissan e Ford stanno testando i primi prototipi, puntando all’industrializzazione entro il 2027-2028, partendo da modelli premium per poi scendere verso il mercato di massa. Inoltre, lavorare su un’auto elettrica significa operare su sistemi ad alta tensione, con voltaggi che possono arrivare fino a 800V. Questo richiede una formazione specifica e nuove certificazioni di sicurezza
Alcune officine si stanno già specializzando nel retrofit elettrico, ovvero nella trasformazione di veicoli tradizionali in elettrici, un settore che sicuramente crescerà nei prossimi anni. Anche la gestione delle batterie apre nuovi orizzonti, dal loro riutilizzo in impianti fotovoltaici fino al ricondizionamento per auto usate. 
In sintesi, la manutenzione non sparisce, ma cambia. La chiave del successo sarà una manutenzione programmata e specializzata, che garantisca efficienza sia ai veicoli che ai sistemi di ricarica. E chi saprà adattarsi potrà cogliere nuove opportunità in un mercato in continua evoluzione.