Competenze specialistiche: guardare al futuro recuperando il passato

In questo numero dedicato al maintenance e fleet management sono affrontati temi diversi ma accomunati da un elemento centrale, quello delle competenze

  • Giugno 15, 2022
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    Competenze specialistiche: guardare al futuro recuperando il passato

L’argomento è ricorrente, e i responsabili di manutenzione ben sanno come il classico trio “essere, sapere, saper fare” sia cruciale per sé e per i propri collaboratori. Su di esso sono imperniati tutti i corsi di avvio al lavoro e di formazione continua, non ultimi quelli per la qualificazione delle competenze secondo i livelli 1-3 previsti dalla norma UNI EN 15628.

A differenza del mondo industriale, tuttavia, nella gestione flotte l’estrema variabilità dei modelli organizzativi e l’eterogeneità dei parchi fa sì che una solida formazione di base non basti più. I cambiamenti in atto nel settore – indotti da scelte geopolitiche certo non governabili – a loro volta rendono facilmente poco sfruttabili anche le competenze acquisite con l’esperienza. Per dirla con un termine di moda, la manutenzione flotte rischia di risultare poco resiliente.

Ecco, dunque, la necessità di guardare alle competenze specialistiche tipiche degli “esperti di dominio”: sono questi che possono declinare con linguaggio corretto, conoscenza delle tecnologie dedicate, sistemi di gestione idonei, buone pratiche di settore, quelle informazioni di base che l’evoluzione dell’Ingegneria di Manutenzione, incarnata in Italia proprio da A.I.MAN., ci ha negli anni regalato.

Un esempio lo troviamo nell’articolo che tratta di tecnologie per la gestione avanzata degli pneumatici: anche in una professione riconosciuta come questa, disciplinata dal testo unico sull’Autoriparazione (Legge 122/92 e s.m.i.) emerge come nuove soluzioni cambino di fatto il lavoro dei manutentori, sempre meno operai e sempre più controllori dell’operato di macchine e di fornitori. E come dunque occorra approfondire il tema rispetto a quel poco che i corsi di avviamento al lavoro hanno solo introdotto.

Per la gestione dei parchi veicoli per raccolta e spazzamento e di quelli rivolti al trasporto pubblico locale, come ci racconta altro scritto di queste pagine, si è andati oltre rispetto alla 15628, con l’avvio di corsi specializzati di settore nei quali i contenuti normati sono in parte “tradotti” in un linguaggio e in esperienze che possano avviare anche tale settore ad una maggiore consapevolezza del fenomeno manutentivo, creando una generazione di specialisti, coordinatori e responsabili in grado di parlare un linguaggio comune e poter – questo è l’elemento distintivo – fare rete nell’ottica di un miglioramento continuo che coinvolga l’intero settore, non solo le singole aziende. E che renda in più possibile un confronto cliente-fornitore realmente basato sulla qualità delle prestazioni fornite.

Paradossalmente, ci si accorgerà che più un settore eleva la propria capacità di gestire le competenze, più all’aspetto tecnologico si accompagna una sorta di nuovo umanesimo che consente di governare i cambiamenti nell’ottica di una sostenibilità che, prima che economica, energetica e ambientale, sia soprattutto sociale.

Perché il manutentore, questo cambiamento può non più subirlo come in passato, ma costituirne l’elemento centrale.

Alessandro Sasso, Coordinatore Sezione Trasporti, A.I.MAN.