Decalogo AIAS per il lavoro sicuro

L’ing. Francesco Santi, Presidente AIAS, racconta ai microfoni della nostra rivista la genesi del Decalogo e l’importante risposta ricevuta dal Presidente Mattarella

  • Dicembre 5, 2022
  • 202 views
  • Francesco Santi, Presidente, AIAS
    Francesco Santi, Presidente, AIAS
  • I 10 punti del Decalogo AIAS per il lavoro sicuro
    I 10 punti del Decalogo AIAS per il lavoro sicuro
  • Illustrazione del Decalogo
    Illustrazione del Decalogo

AIAS - Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza ha redatto un Decalogo di 10 punti necessari e urgenti per garantire un salto di qualità nella Sicurezza e Salute nel mondo del lavoro e nella società. Sono 10 Interventi legislativi che AIAS propone a tutte le forze politiche e sociali per richiamare la loro attenzione e riportare al centro delle discussioni il tema della Sicurezza. La manutenzione va di pari passo con la sicurezza e con il garantire un ambiente di lavoro sano a tutti gli operatori, per questo motivo A.I.MAN. ha sostenuto e sostiene il Decalogo
e la sua promozione. Le 10 proposte hanno ricevuto risposte positive dalle istituzioni politiche, prima fra tutte la Segreteria della Presidenza della Repubblica.

Abbiamo parlato di questo, degli obiettivi del Decalogo, della sua ottima accoglienza ma anche delle critiche con il Presidente AIAS, Francesco Santi.

Com’è nata l’idea del Decalogo? E quali scopi si prefigge?

AIAS h nella sua mission quello di avere un Impatto positivo sulla società Italiana ed Europea per il miglioramento delle condizioni di Sicurezza Salute e Sostenibilità nei luoghi di Vita e Lavoro. Purtroppo il trend degli ultimi 20 anni non è nella direzione del miglioramento, ma al più della costanza. Prendendo gli indicatori di base infatti contiamo 3 decessi ed oltre 2.000 infortuni al giorno da circa 20 anni, con oscillazioni annuali, ma mediamente costanti. L’obiettivo del Decalogo è quello di riportare al centro della discussione di tutte la parti interessate il tema della sicurezza, in special modo oggi che abbiamo un nuovo parlamento e l’inizio della XIX legislatura. Il tema infatti non è né di sinistra né di destra, il tema è di base per la nostra costituzione. Il tema è inoltre di base per qualsiasi attività o progetto volto alla Sostenibilità, quindi anche per il PNRR: non esiste sostenibilità senza la garanzia della Sicurezza e della Salute dei cittadini e dei lavoratori.

Oltre alla proposta degli interventi legislativi, AIAS ha promosso anche una petizione da firmare. Ci può parlare di questa iniziativa?

Certmente, sul sito di AIAS, ma anche sul sito dell’Associazione AIMAN, potete trovare il documento proposto da AIAS, questo decalogo, questo diciamo “Position Paper”, con 10 proposte realizzabili, chiare, operative, ed alcune anche con costo pari a zero dal punto di vista di impegno di risorse. Invito tutti i lettori della rivista MAM a scaricarlo al link https://www.ias-sicurezza.it/source_data/view-element-data/pdf/documento-aias-per-xix-legislatura__PDF_FC138CA6FD2500DA.pdf. A questo documento bbiamo associato una petizione sulla piattaforma CHANGE.ORG, aperta a tutti i cittadini, per richiedere a tutte la parti sociali un’attenzione al tema della sicurezza che non sia strettamente legata ad un evento mediaticamente importante. Purtroppo oggi se un evento diventa per qualche ragione famoso tutti ne parlano ed anche i politici prestano momentaneamente attenzione al fenomeno. Poi però nell’arco di pochi giorni, a volte di poche ore, si passa ad altro e l’argomento diventa trascurabile. La petizione richiede di prestare di nuovo attenzione al tema nel momento in cui si avviano progetti ed interventi legislativi.

Tra i 10 punti elencati nel Decalogo si parla dell’efficacia della formazione dei lavoratori. Ritiene che ci sia carenza di un modello che verifichi l’effettiva efficacia dei corsi di formazione?

Si questo è uno dei dieci punti che ritenimo fondamentali: passare dall’obbligo di formazione inteso come mero adempimento di numero di ore di presenza in aula (reale o virtuale) alla verifica dell’efficacia della formazione. In altre parole che senso ha quando accade un evento negativo (incidente, infortunio o altro) semplicemente aumentare le pene, le multe o le ore dei corsi, come se così si fosse risolto il problema. La formazione è necessaria per garantire i comportamenti e direi addirittura gli atteggiamenti sicuri nei luoghi di lavoro. Non serve stare in aula per 20 ore leggendo la posta o chiacchierando con i colleghi, serve conoscere, capire, comportarsi in modo nuovo dopo il corso. Cioè serve verificare il cambiamento nelle organizzazioni e nei comportamenti delle persone a valle dei corsi di formazione seguiti. Esistono vari metodi per fare questo e gli enti di controllo dovranno modificare il loro approccio per anche combattere il “mercato” degli attestati che non producono niente.

Al punto 9 Il Decalogo pone l’accento su visione integrata di salute, sicurezza e legalità per la sostenibilità. Come coniugare quindi il binomio sicurezza-sostenibilità?

Come dicevo prim, la Sicurezza, la Salute ed il Benessere dei Lavoratori e dei Cittadini è alla base della Sostenibilità. Non è più possibile proporre una Sostenibilità puramente “ambientale”. La pandemia del Covid ne è stata una prova evidente, il problema della carenza energetica e delle conseguenze dell’invasione russa in Ucraina ne sono un altro chiaro esempio: i problemi ormai non si possono affrontare con una visione parziale. Non per niente in tutte le organizzazioni più avanzate i temi di Sicurezza, Salute e Sostenibilità sono affidati alle medesime funzioni aziendali: gli HSE Manager che sono ormai parte integrante della Direzione della aziende che affrontano la SOSTENIBILITA’ come Ambientale, Sociale ed Economica.

Le 10 proposte di intervento sono rivolte alle istituzioni politiche e sociali e AIAS ha effettivamente ricevuto una risposta delle istituzioni. Ci può raccontare della telefonata da parte della Segreteria della Presidenza della Repubblica?

Si questo è stto effettivamente l’evento di maggior conferma e soddisfazione che come Associazione abbiamo potuto cogliere: i primi di settembre abbiamo redatto il Decalogo lo abbiamo inviato a tutti i partiti, alle più importanti istituzioni coinvolte (Inail, ISL, Ministeri, …) ed anche al Presidente della Repubblica. Bene venerdì 9 settembre ho ricevuto sul cellulare una chiamata della Segretaria del Presidente Mattarella che mi ha letteralmente espresso “il ringraziamento del Presidente per l’invio del documento e la condivisione dell’importanza del tema della Sicurezza sul Lavoro” in quanto appunto il Presidente Mattarella ha davvero a cuore il problema. Oltre a questo direi massimo riconoscimento ce ne sono stati tanti altri, alcuni indiretti basti pensare che dopo alcune settimane oggi possiamo contare almeno 3 differenti “decaloghi per la sicurezza” fatti da enti che hanno nelle loro corde il problema. Insomma abbiamo, come voluto, portato all’attenzione di molti l’importanza del tema ed aperto una discussione sui possibili interventi.

Ma ci sono state anche delle critiche al Decalogo. Cosa ne pensa?

Direi che le critiche erno in parte scontate. Se da 20 anni la situazione non migliora è anche perché ci sono degli interessi “incistati” nello status quo. Il tema ad esempio della formazione di bassa qualità, volta solo a stampare attestati, è alla base di un business enorme. Ed è normale che alcuni gruppi, associazioni, aziende che rappresentano questi interessi non vedano di buon grado delle proposte innovative. Inoltre quando vai a toccare certe posizioni di “potere” chiedendo che facciano un salto di qualità diventando meno volte alla repressione ma volte alla collaborazione ed alla costruzione, rischi di fare vacillare quelle posizioni e di contringerle al cambiamento. Questo non piace a tutti, specie a chi non lascia spazio ai giovani ed all’innovazione in Italia. Ormai però la strada è intrapresa, le collaborazioni con gli interlocutori più sensibili, concreti e sinceri sono avviate. Noi parleremo e ci confronteremo con tutti senza paura di pestare i piedi a quel qualcuno che non vuole davvero cambiare la situazione. Poi siamo sempre disposti a verificare tecnicamente le nostre proposte e se utile a modificarle, anche integralmente, se dal confronto si evince che sono migliorabili. Quindi ben vengano le critiche e ragioniamo insieme su proposte tecniche operative e realizzabili, ma smettiamola di accettare questa situazione appunto inaccettabile.