Le competenze del manutentore civile

La norma UNI EN 15628 come riferimento per le competenze degli operatori in ambito civile e Facility

  • Dicembre 19, 2016
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Premessa

Nell’era dell’Industry 4.0 e del Facility 2.0, il panorama del mercato delle costruzioni evidenzia sempre di più le problematiche legate ad una scarsa qualità degli interventi manutentivi, in particolare per l’impatto che hanno sull’utenza.

La minore disponibilità economica sta indirizzando i piccoli committenti verso la manutenzione delle proprietà che comporta spese più contenute, creando consistenti patrimoni immobiliari da riqualificare. Ricerca e sviluppo della tecnologia ci mettono a disposizione sistemi sempre più “smart” per gestire in modo efficacie informazioni, monitoraggi e interventi (vedi la tecnologia su sistemi BIM), ma che hanno sempre di più la necessità di essere gestite da figure specificamente competenti al loro utilizzo per assicurare il raggiungimento dei livelli qualitativi potenzialmente conseguibili da queste tecnologie.

In ambito industriale, esigenze di “qualità nell’intervento manutentivo” hanno portato, nel 2011, a pubblicare la norma UNI 11420 “Manutenzione – Qualifica del personale di manutenzione”, che teneva conto della “Raccomandazione” del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 “sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche (EQF) per l’apprendimento permanente”. Nel 2014, a conferma di quanto recepito e in uso in Europa e in Italia, è stata pubblicata la norma europea EN 15628 Manutenzione – qualifica del personale di manutenzione, che individua, per il personale di manutenzione, tre figure professionali per le quali definisce le relative competenze.

La manutenzione civile oggi

Attualmente l’incuria, il degrado urbano e gli episodi di “mancata manutenzione” di cui spesso è vittima il cittadino, stanno affermando medesime esigenze interventistiche in ambito civile, sia nella gestione delle infrastrutture che dell’impiantistica. I meccanismi di subappalto e i criteri per la valutazione dell’idoneità tecnico-professionale della manodopera, che si limitano ad una mera verifica documentale (vedi art. 89 e all.to 17 del D.lgs. 81/08), spesso non forniscono strumenti adeguati a indirizzare il Committente verso una scelta “diligente” e a tutelarlo verso le responsabilità penali nell’affidamento di incarichi ad imprese terze, men che meno a garanzia di un intervento “di qualità”, che rispetti ambiente e sicurezza.

Queste incertezze hanno spianato la strada verso l’esigenza di definire criteri di riferimento circa le competenze (conoscenze, abilità e comportamenti) che deve possedere il personale che opera nell’ambito della manutenzione civile, e adeguare la formazione professionale, sia tecnica che gestionale, alle esigenze del mercato, con particolare attenzione alla qualità, all’economicità, al rispetto della sicurezza e della salute dei lavoratori e dell’ambiente, ovvero verso la sostenibilità.

In ambito industriale è ormai consolidata la cultura di concepire la progettazione della manutenzione già nelle primissime fasi progettuali, per operare corrette valutazioni e scelte delle risorse, sia economiche che di personale, che dei materiali. La norma UNI EN 15628 pertanto sancisce il fatto che esiste una "manutenzione civile" e che le figure di riferimento sono le stesse di quelle previste per il settore industriale, e offre pertanto il supporto concreto sia per l’analisi delle abilità necessarie (gestionali e operative) che come riferimento per la delineazione di quelle che sono le competenze che deve possedere il personale di manutenzione civile.

In tema di SSL (salute e sicurezza sul lavoro), i contenuti formativi previsti dalla norma mirano molto ad educare la sfera comportamentale, la cui componente principale è l’elemento umano, considerato come componente strategico di un sistema complesso costituito da: ambiente di lavoro (fisico e sociale), macchine, impianti, attrezzature, del quale occorre valutare, l’affidabilità, ossia la “probabilità di compiere azioni senza errori”.

Il termine “elemento umano” racchiude anche il significato di risorsa umana che nella gestione della SSL ha, tra i suoi elementi principali, la promozione della competenza e della consapevolezza dei lavoratori ad ogni livello di “responsabilità”. E lo sviluppo delle competenze degli operatori passa attraverso una comunicazione efficace fatta di informazione, formazione e addestramento sia alle operatività che ai comportamenti.

Lo studio dell’affidabilità umana, sviluppato per ridurre l’evenienza di “comportamenti errati”, evidenzia il collegamento tra questi e gli incidenti/infortuni, sempre più presenti in attività riconducibili ad ambiti manutentivi, e  risulta utile perché finalizzato alla valutazione di quei fattori interni (legati a caratteristiche individuali e a condizioni psico-fisiche) ed esterni (legati alle interazioni tra uomo e ambiente di lavoro/attrezzature/materiali e all’organizzazione del lavoro) che influenzano l’efficienza e l’affidabilità della performance del lavoratore e quindi di tutto il processo.

UNI EN 15628 completa quindi il circolo della Qualità Totale in quanto, in aggiunta alle tradizionali modalità di certificazione della qualità dei prodotti e dei processi, permette di certificare la competenza professionale dell’operatore, offrendo un valido contributo al soddisfacimento anche dei requisiti di idoneità tecnico professionale.

Anche la norma di prossima uscita UNI 11337 sulla tecnologia BIM (Building Information Modeling), volta a regolamentare una nuova politica della filiera delle costruzioni e la interoperabilità della gestione informativa dell’intero processo edilizio, menzionata in alcune disposizioni del nuovo Codice degli Appalti D.Lgs. 50/2016, prevede figure professionali, il bim manager, il bim coordinator e il bim specialist, che potranno interagire con il facility di manutenzione nella fase di operation dell’edificio.

DEFINIZIONE DELLE COMPETENZE DELLE FIGURE PREVISTE

 

Liv.1 Tecnico specialista di manutenzione

Le competenze consistono nell’esecuzione autonoma e indipendente delle attività di manutenzione, comprensive delle seguenti competenze essenziali:

1.assicurare l’esecuzione in sicurezza degli interventi previsti nel piano/processo di manutenzione;

2.Intervenire tempestivamente in caso di guasto o anomalia, assicurando l’efficacia dell’intervento di ripristino nei tempi e modi definiti;

3.assicurare la corretta esecuzione secondo le procedure e rispettando salute e sicurezza delle persone e la tutela dell’ambiente;

4.assicurare la disponibilità delle risorse (personale, materiali, attrezzature) necessari per l’esecuzione delle attività di manutenzione;

5.coordinare e/o gestire le attività operative di manutenzione;

6.assicurare la qualità degli interventi di manutenzione (sia riguardo al personale che ai mezzi);

7.utilizzare e assicurare l’utilizzo dei sistemi ICT (tecnologia informativa e di comunicazione).

Nota: Indicativamente questa figura professionale può fare riferimento ai livelli EQF 4 o 5.

 

Liv.2  Supervisore di manutenzione e ingegnere di manutenzione

Sono ruoli specifici che possono essere eseguiti in modo esclusivo dall’uno o dall’altro oppure da entrambi.

Il supervisore di manutenzione o l’ingegnere di manutenzione coordinano le attività di manutenzione secondo il budget annuale, i piani di manutenzione correlati e le attività di manutenzione non pianificate e contribuiscono ad assicurare i valori richiesti di disponibilità/prestazioni del sistema (misurate da indicatori di prestazioni), sulla base degli obiettivi tecnici e di qualità della committenza. 

L’ingegnere di manutenzione collabora con il responsabile della manutenzione o lo affianca nella definizione dei piani di manutenzione e nell’identificazione delle risorse richieste per l’esecuzione, il controllo e l’analisi delle variazioni del budget e raccomanda progetti di miglioramento correlati a disponibilità, affidabilità, manutenibilità e sicurezza dei beni.

1. Redigere il “Piano di Manutenzione” e programmare gli interventi assicurando l’implementazione delle strategie e delle politiche di manutenzione nell’ottica del miglioramento continuo;

2. Saper valutare i bisogni di manutenzione degli asset assegnati, pianificare le attività di competenza definendo e organizzando le risorse necessarie;

3. organizzare, gestire e sviluppare le risorse di manutenzione: personale, materiali e attrezzature;

4. Progettare Piani di Manutenzione garantendo il rispetto della legislazione e delle procedure relative alla sicurezza, alla salute e all’ambiente;

5. garantire l’efficienza e l’efficacia tecnica ed economica delle attività sulla base dello stato corrente della tecnologia, monitorando il budget assegnato;

6. partecipare ai processi di scelta degli aspetti tecnici dei contratti e del processo di approvvigionamento e gestire le prestazioni degli assuntori;

7. comunicare con tutti i partner necessari quali personale, assuntori, clienti e fornitori.

8. Utilizzare le conoscenze ingegneristiche e gli strumenti organizzativi per migliorare le attività di manutenzione e l’efficienza dell’asset assegnato in termini di disponibilità,  affidabilità e qualità;

9. Soddisfare gli obblighi organizzativi ed economici nel campo delle attività intraprese.

Nota: Indicativamente questa figura professionale può fare riferimento ai livelli EQF 5 e 6.

 

Liv. 3  Responsabile della manutenzione

Sulle basi degli obiettivi dell’azienda, in particolare di qualità, è responsabile dei valori richiesti di disponibilità/prestazioni dell’impianto (sulla base degli indicatori di prestazioni), incluse le seguenti competenze essenziali:

1. definire e sviluppare le politiche di manutenzione degli asset secondo le strategie della committenza e le diagnosi effettuate;

2. definire i processi e gli strumenti a supporto delle attività di manutenzione;

3. definire, gestire e sviluppare il modello organizzativo della manutenzione, creando il team e le informazioni da condividere;

4. garantire i livelli di disponibilità, affidabilità, manutenibilità, supporto logistico, sicurezza e qualità, richiesti per l’intera vita utile degli asset assegnati;

5. assicurare e verificare la corretta attuazione del piano di Manutenzione, e la gestione e del miglioramento continuo;

6. definire il budget, assicurare e controllare la conformità al bilancio di manutenzione concordato con la committenza o la Global Service, il rispetto delle attività di pianificate e la corretta condizione dei beni;

7. definire le strategie, le politiche e i criteri per la gestione delle prestazioni degli assuntori e per la definizione del fabbisogno di tecnologie e materiali di manutenzione.

Nota: indicativamente questa figura può fare riferimento ai livelli EQF 6 e 7.

Irene Caffaratti,
Architetto, consulente e docente in manutenzione civile e Facility Management

L’articolo è scritto in collaborazione con Festo Academy di cui l’Arch. Caffaratti è coordinatrice per il percorso “Manutenzione Civile e Facility”. Certificata Liv. 3 Manager di Manutenzione, l’autrice è resp. Centro Esami CICPND per la certificazione liv. 1 e 2 delle competenze in manutenzione e membro di Asso.E.Man.