Manutenzione, una speranza per la sostenibilità…

Importanti investimenti governativi attendono la costituzione di Atelier Creativi di Manutenzione a supporto della sostenibilità. Iniziano alcune sperimentazioni nelle scuole tecniche

  • Novembre 16, 2017
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  • Da 3 anni, la APS FabLab Romagna sperimenta gli Atelier nelle scuole e sul territorio, in numerosi MakerSpace
    Da 3 anni, la APS FabLab Romagna sperimenta gli Atelier nelle scuole e sul territorio, in numerosi MakerSpace

Ci siamo, Il Governo con il sostegno di Damien Lanfrey, italianissimo direttore dell’Innovazione all’interno del Miur, Mini­stero della Università e della Ricerca, in­veste sulle comunità dei Maker e nel loro ecosistema per dare un supporto importante alla scuola. Una costola del cosiddetto Piano Scuola Digitale che ha lo scopo di unire il paese intorno agli obiettivi di Innovazione del Sistema Educativo contenuti nel Piano.

L’attivazione di Atelier Creativi per allenare i giova­ni all’uso delle nuove tecnologie, a pensare a nuovi lavori che oggi ancora non ci sono, o sono appena abbozzati, darà un forte impulso alle pratiche di manutenzione.

La logica dell’Atelier permea da molto tempo le at­tività di manutenzione e la preparazione dei futuri tecnici, perlomeno fino all’inizio degli anni ‘90. Poi a cavallo del secolo, per effetto di spinte “licealiste”, in Italia e anche in molti altri paesi fra cui gli USA (Joel Leonard, Maintenance Crisis, 2002) c’è stato un degrado nella preparazione al punto da rendere difficile il passaggio generazionale.

Le crescenti esigenze di sostenibilità e di uso con­sapevole delle risorse pongono la manutenzione al centro di quello che alcuni chiamano Nuovo Ri­nascimento. Con il rifiorire delle “arti e mestieri”, come dicono i francesi, la manutenzione torna ad essere una materia rispettata e con nuovi percor­si di preparazione e di qualifica. I principi che da sempre ispirano le azioni manutentive stanno per diventare maggioranza nel paese.

Come spesso abbiamo ripetuto, la manutenzione si presenta come uno dei pilastri dell’Economia Circolare in particolare con le Miniere Urbane (fon­ti di materie prime sempre più utilizzate) e con il riciclo, riuso e ogni altra azione volta a dare nuova vita agli oggetti, estendendone la longevità.

Una parte degli investimenti del Piano, sono indi­rizzati propriamente al mondo della scuola: ci sa­ranno voucher per coprire i costi di allacciamento alla fibra di ogni edificio scolastico; due milioni e mezzo di euro per realizzare ambienti innovativi e FabLab nelle scuole di periferia; 140 milioni di euro per convertire in chiave digitale, in un’ottica di Indu­stria 4.0, tutti i laboratori per le scuole secondarie; infine, una quota sarà destinata all’amministrazio­ne digitale delle scuole realizzando così servizi più semplici ed efficaci. Tutto ciò allo scopo di colmare i divari rimasti e dare competitività al paese. Da un altro lato cambierà il modo di percepire la città.

La città diventerà una comunità che apprende, una somma di numerosi Laboratori di Quartiere che mettono intorno a un tavolo imprese, pubblica am­ministrazione e cittadini, che si adoperano per una formazione continua, creando spazi e relazioni che consentono di migliorare e qualificare le compe­tenze delle persone offrendo nuovi modelli di adat­tabilità ai cambiamenti tecnologici e organizzativi.

Così come i Laboratori di Quartiere identificati negli anni ‘80 (Renzo Piano, Gianfranco Dioguardi, ed altri) nell’ambito di una Manutenzione della Città, avevano lo scopo di contenere il degrado urbano e di permettere ai cittadini di partecipare al mante­nimento e alla disponibilità dei beni comuni, altret­tanto queste comunità, permetteranno di co-pro­gettare la città partendo dal territorio e dalle sue innumerevoli competenze nascoste.

Creatività, Industria High Tech, nuovi lavori, bre­vetti, conoscenze tutto verrà macinato e ridistri­buito con la logica delle tre T: Tecnologia, Talento e Tolleranza, mettendo a valore il capitale umano e rendendolo misurabile e spendibile a tutto van­taggio delle comunità. La Società dei Consumi che perdura dal dopoguerra, lascerà quindi il posto alla Società della Manutenzione e della Conservazione, cambiando i nostri stili di vita, la percezione che abbiamo del lavoro e dello svago (Maurizio Catta­neo, Manutenzione: una speranza per il futuro del mondo, 2012).

Una vita più sobria e responsabile, che si con­trappone alla spensierata e irresponsabile società dell’usa e getta, che stiamo abbandonando pressa­ti da una crisi economica senza precedenti.

Come sostiene Aldo Bonomi stiamo assistendo ad una grande rivoluzione nel mercato del lavo­ro: “dove molti lavori non ci saranno più ma molti nuovi lavori ci saranno, ma non ci sono ancora”. In questa Terra di Mezzo fra il non più e il non ancora, si consuma l’attuale crisi del lavoro (Aldo Bonomi, La società circolare. Fordismo, capitalismo moleco­lare, sharing economy, 2016).

Numerosi rapporti di importanti centri internazio­nali di analisi sostengono che oltre la metà dei lavo­ri attuali spariranno perché sostituiti da macchine, automi o più In generale dall’Intelligenza Artificiale. Sopravvivranno quindi i lavori di oggi che non sono facilmente automatizzabili ai quali si aggiungeran­no nuovi lavori che oggi non riusciamo nemmeno ad immaginare. La manutenzione è uno di questi sopravvissuti, perché si potrà valere di nuovi po­tentissimi strumenti tecnologici, ma alla fine sarà sempre necessario un intervento dell’uomo, del manutentore per valutare le diverse opzioni che si presentano. Semmai a sparire saranno Manager e Quadri di Manutenzione.

Il Manutentore, avrà poi un ruolo importante: tra­sformare oggetti destinati alla discarica in oggetti funzionali e funzionanti o addirittura in oggetti artistici, o ancora in oggetti che avranno prestazioni molto superiori al rifiuto originale pronto per la di­scarica. Ecco, il Manutentore trasformerà rifiuti in risorse. Il Manutentore sarà al centro di moderni Atelier, luoghi d’incontro tecnologici, dove profes­sionisti e artigiani, neofiti ed esperti, si incontre­ranno per imparare la manutenzione e tutte le sue appendici tecnologiche. Con il metodo di Galileo, sperimentando ed imparando dagli errori e dagli insuccessi. Non è il futuro.

Queste realtà esistono già nel nostro paese. Da 3 anni la APS FabLab Romagna sperimenta questi Atelier nelle scuole, ma fuori dall’orario scolastico, e sul territorio, in numerosi MakerSpace. Molti ra­gazzi partecipano agli Atelier, insieme con cittadini giovani e meno giovani, sperimentando realizzano innovazione, ricevono premi, partecipano a gare di creatività, producono startup.

Giovani ventenni riminesi e cesenati ieri hanno realizzato un progetto e oggi sono negli USA con finanziamenti e una bella prospettiva di lavoro. Questo è il FabLab, sono i MakerSpace, questa è la frontiera della Manutenzione.

Fra qualche mese, insieme con altri colleghi, apri­remo un Atelier all’interno di un Istituto Tecnico Tecnologico, dedicato al riuso, al riciclo e al poten­ziamento (upcycling) di risorse destinate a rifiuto, dove potremo sperimentare nuovi metodi di manu­tenzione finalizzati alla sostenibilità.

L’Atelier sarà aperto ai cittadini e l’esperienza ac­cumulata sarà replicata in numerose città italiane.

È l’inizio di una nuova era.

Maurizio Cattaneo, Coordinatore Regionale Emilia-Romagna e Umbria A.I.MAN.