Officina sicura

Un approfondimento su alcuni temi legati alla sicurezza sul lavoro durante la manutenzione di veicoli stradali e attrezzature destinate ad operare sugli stessi

  • Novembre 16, 2018
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L’argomento di moda di questi mesi sono le in­frastrutture. Non ci sono solo quelle stradali o fer­roviarie, ma anche quelle telematiche, aeroportuali eccetera e perché no navali.

È di questi giorni il cedimento “totale” della diga fo­ranea del porto di Rapallo a causa delle mareggiate e del forte vento. È uno scenario impressionante, fortunatamente senza vittime umane. Ci hanno ri­messo, si fa per dire, circa 200 barche di tutte le dimensioni, praticamente distrutte. Il novello Savo­narola potrebbe affermare che si tratta di redistri­buzione della ricchezza, così tutti potranno avere una barca a remi...

Al di la delle suggestioni “politiche” ci si chiede: cosa avrebbe potuto fare la Manutenzione per im­pedire il collasso di un’opera importante con pochi anni (circa 15) di vita? Ad esempio una analisi dei rischi, una valutazione del degrado/usura dell’ope­ra, messa in cantiere di azioni mitigatrici tipo rin­forzare le scogliere esterne di supporto, visto co­munque che il mare non segue regole prestabilite.

Riprenderemo nel numero di dicembre della rivista il tema, cercando di capire cosa significa, anche dal punto di vista manutentivo, l’analisi costi/benefici per infrastrutture che hanno un ciclo di vita di di­versi decenni, tenuto conto che nessuno ha la sfera di cristallo.

ManTra riprende il tema, finora troppo trascurato, dell’officina sicura, argomento basilare per il futuro della Manutenzione.

Bruno Sasso

Torniamo sul tema dell’officina sicura, per la quale è già stato introdotto il concetto di “VOC free” a proposito dei prodotti di puli­zia privi di frasi di rischio, affrontando questa volta altri temi specialistici strettamente legati alla sicurezza sul lavoro durante la manuten­zione di veicoli stradali e attrezzature destina­te ad operare sugli stessi.

Spazi confinati e pavimenti a norma

L’ergonomia dei luoghi di lavoro e la corretta appli­cazione delle norme di settore rappresentano l’e­lemento centrale di una politica attiva di sicurezza.

Le officine di manutenzione veicoli stradali e ferro­viari, in particolare, necessitano di un’attenta valu­tazione in ordine alla fruibilità degli spazi confinati e alla loro conformità rispetto al DPR 177/2011 che reca norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti so­spetti di inquinamento o confinanti.

Pur non trattandosi di vincoli particolarmente strin­genti per aziende strutturate, spesso si trascura di effettuare una valutazione dei rischi così approfon­dita da comprendere le suddette prescrizioni rife­rite alle fosse di visita.

Queste ultime devono in ogni caso risultare suf­ficientemente illuminate/illuminabili, dotate di su­perfici idonee alla prevenzione dei rischi da cadu­ta/scivolamento, di dimensioni adatte e, in molti casi, dotate di coperture pedonabili. Un tema a sé è rappresentato dalle pavimentazioni: non sono molte, infatti, le aziende che effettuano una valuta­zione di compatibilità ATEX per le proprie officine? Quanti RSPP hanno considerato la conducibilità dei pavimenti in presenza di lavorazioni che richie­dono l’uso di apparecchiature elettriche o su veicoli a propulsione elettrica privi del doppio isolamento?

In entrambi i casi il “fai da te” è potenzialmente molto pericoloso per i datori di lavoro, cui il Dlgs 81/08 imputa la principale responsabilità: un in­vestimento nell’assessment dei propri impianti da parte di chi già ha affrontato questi temi in questo specifico ambiente appare come la prima misura per la mitigazione del rischio.

Buone pratiche antincendio

La letteratura del settore appare corposa e com­pleta, purtuttavia esistono ancora aree di incer­tezza rispetto ai veicoli di trasporto pubblico. Nel corso del 2018 è stata emanata la Circolare Interministeriale del Ministero dell’Interno Prot. 300/A/2436/18/113/31 e del Ministero delle In­frastrutture e dei Trasporti Prot. 6575/RU del 23 marzo u.s., a tema “dotazione di estintori por­tatili su autobus”. La stessa ricorda che a bordo autobus, a causa dei possibili effetti di irritazione degli occhi e delle mucose per gli occupanti, non possono essere impiegati gli estintori a polvere e raccomanda l’impiego di estintori a base d’ac­qua compreso quelli a schiuma. La sostituzione di quelli a polvere sarà ovviamente graduale, es­sendo la stessa prevista in occasione della prima scadenza di revisione con sostituzione dell’agente estinguente e comunque entro 3 anni. Purtuttavia dai consulenti di settore emerge una certa impre­parazione data dalla scarsa conoscenza del tema.

Nel frattempo, occorre informare/formare il per­sonale aziendale e in primis i conducenti che, in caso di principio di incendio nel vano passeggeri, l’estintore a polvere, finché presente a bordo, potrà essere utilizzato solo dopo avere fatto scendere i passeggeri stessi. Fino alla sostituzione nei tempi indicati, la presenza a bordo autobus di estintori a polvere non darà problemi in occasione della revi­sione MCTC, né comporterà sanzioni da parte della Polizia Stradale.

Ben più critica è la situazione relativa ai sistemi di spegnimento di bordo che, pur non obbligatori, cominciano ormai a costituire una dotazione stan­dard almeno per i acquistati sul mercato finan­ziato o comunque dalle principali aziende a par­tecipazione pubblica. Come noto, il DM 10/3/1988 all’allegato VI.4 sancisce che l’attività di controllo periodica e la manutenzione degli impianti e del­le attrezzature antincendio deve essere eseguita da personale “competente e qualificato”, ma nella realtà tale condizione è difficilmente determinabile: i manutentori, infatti, risultano al massimo forma­ti sulla specifica tecnologia ma non sul “sistema autobus” inteso quale insieme di tecnologia+am­biente di utilizzo, esattamente come avviene per le omologazioni, che spesso risultano di prodotto e non di sistema. Un gruppo di lavoro costituito in seno a ManTra sta affrontando l’intero tema in ma­niera organica, con l’obiettivo di produrre una linea guida nel corso del 2019.

Propulsione elettrica: quale futuro per le officine?

Ultimo non ultimo, la diffusione ormai avviata di veicoli stradali a propulsione elettrica è destinata a mutare profondamente non solo i processi nelle officine ma anche il layout delle stesse e l’orga­nizzazione del lavoro, con nuove competenze ri­chieste, ad esempio personale abilitato e istruito rispetto ai lavori su impianti in corrente continua a bassa tensione superiore a 48 V.

Lo stesso lavaggio tecnico dei veicoli alimentati a batteria non è sempre possibile utilizzando le usuali lance ad alta pressione, così come la presenza del doppio isolamento impone una formazione speci­fica di tutto il personale che mette mano a veicoli con ricarica conduttiva.

È solo un cenno, ma rappresenta l’anticipo di un cambiamento imminente quanto ineluttabile, per il quale occorre prepararsi per tempo: i corsi messi a punti da ManTra e in corso di pianificazione per il 2019 rappresentano la risposta più rapida e com­pleta a questa esigenza.

Alessandro Sasso, Presidente Man.Tra, Coordinatore Regionale A.I.MAN. Liguria