Rubrica a cura di Francesco Gittarelli, Responsabile Sezione Manutenzione & Formazione, A.I.MAN.
Premetto che questo è il primo articolo che scrivo per la rivista. Per la prima volta, dunque, mi trovo nei panni di chi deve portare contenuti e il proprio contributo.
Il titolo vuole esser un’introduzione a quanto sta accadendo attorno a noi “Manutentori” e a cosa saremo chiamati a fare guardando il tutto dall’ottica di chi opera in un reparto manutentivo.
Termini come Sostenibilità ed Efficienza sono sempre più sulla bocca di tutti e, purtroppo, talvolta abusati e snaturati da quelli che vorrebbero essere i loro reali significati e scopi. La tendenza è quella di credere che il fregiarsi di talune targhe sia l’uovo di Colombo per garantire ai business piazzamento sul mercato, una buona immagine, maggiori marginalità e (dunque) profitti.
Forse una buona immagine potrà essere “facilmente” raggiungibile ma, per gli altri aspetti, occorre però un percorso strutturato e, concedetemelo, virtuoso che non può esimersi dal coinvolgere tutti gli attori compresa, ovviamente, la manutenzione in tutte le sue declinazioni gestionali ed operative.
Una delle novità introdotte dal rapporto Brundtland nell’ormai lontano 1987, spiegava che la sostenibilità, in termini di sviluppo sostenibile, non è più solamente un rapporto tra cittadini e governanti, atto alla promulgazione di leggi con lo scopo della tutela ambientale ma, (e soprattutto) delle imprese. Non si può parlare di sviluppo sostenibile senza coinvolgere attivamente tutti gli attori delle aziende produttive.
Alla luce di quanto sopra, la formazione e lo sviluppo del personale divengono pillar strategici che andranno oltre ai canoni e agli obiettivi a cui siamo sinora stati abituati.
In manutenzione, strumenti come la Certificazione (ai sensi della UNI EN 15628:2014) del personale assumeranno nuove prospettive, guadagnando sempre più di prestigio e di necessarietà.
Come può la certificazione del personale contribuire ad aumentare la Sostenibilità e l’Efficienza?
Non me ne vogliano i puristi della teoria ma, per esperienza diretta, troppo spesso il personale tecnico (specie se operativo) dimentica di essere una controparte primaria nei temi legati alla tutela ambientale e all’efficienza degli impianti (e dunque al consumo di risorse).
Il percorso formativo utile alla certificazione fornisce gli strumenti di base in termini di metodologie, strutturando un’adeguata forma mentis, e dà le conoscenze basilari che portano alla coscienza le responsabilità che un ruolo in manutenzione ha nei confronti dell’ambiente nonché, vengono introdotte le principali normative in materia.
Questo avviene per tutti i livelli che vanno a certificarsi, a partire sin dal Tecnico Specialista di Manutenzione che ricopre usualmente un ruolo operativo. Dunque, possiamo affermare che una figura certificata sarà più agevolata e predisposta al seguire con metodo attività assegnate, leggere, interpretare ed attuare procedure, inseguire in modo strutturato un KPI (non necessariamente di manutenzione; gli abbiamo dato un mindset trasversale) e non sarà avulso al tema ambientale se inchiestato.
L’importanza di un percorso lavorativo e formativo, che sono vincolanti ai fini della certificazione del nostro personale manutentivo, restituirà quindi alle imprese la consapevolezza di poter introdurre in modo più efficiente ed efficace le misure utili ad ottemperare alle nuove sfide richieste in termini di Sostenibilità ed Efficienza.
Considerazioni finali
Come abbiamo visto la Certificazione del Personale di Manutenzione, che fonda le sue radici nella necessità di dare dei criteri minimi armonizzati sui tre livelli ai quali i membri del personale di manutenzione debbano ottemperare, restituisce ad oggi gli strumenti per poter introdurre facilmente nuove visioni e prospettive per il ruolo.
La chiave sarà far riconoscere ciò alle imprese che, dalla loro, dovranno fare di questo un’ulteriore opportunità, investendo in modo fruttuoso in vista di un futuro ormai presente.
Lorenzo Ganzerla, Consigliere, A.I.MAN.