La sfida del Connected Asset Lifecycle Management

Software e processi, tutti gli strumenti che consentono una completa implementazione delle linee guida degli standard ISO 55000

  • Figura 1 – Asset Management Evolution (ABB’s Enterprise Software product group)
    Figura 1 – Asset Management Evolution (ABB’s Enterprise Software product group)
  • Figura 2 - Asset Management Lifecycle (ABB’s Enterprise Software product group)
    Figura 2 - Asset Management Lifecycle (ABB’s Enterprise Software product group)
  • Figura 3 - Asset Performance Management System (ABB’s Enterprise Software product group)
    Figura 3 - Asset Performance Management System (ABB’s Enterprise Software product group)
  • Figura 4 - Physical assets and ICT system integration (Source: ABB’s Enterprise Software product group)
    Figura 4 - Physical assets and ICT system integration (Source: ABB’s Enterprise Software product group)

Come potrà confermarvi ogni appassionato di escursioni in montagna, che si tratti di un semplice amante del trekking o di un alpinista professionista, la scelta dell’attrezzatura è tanto più importante quanto è più ambiziosa la vetta che vogliamo conquistare.

Per una passeggiata in collina, ad esempio, è sufficiente indossare un paio di scarpe da ginnastica, se volessimo scalare il Monte Bianco, avremmo bisogno di scarponi e abbigliamento adeguato, ma di cosa avremmo bisogno se nostro obiettivo fosse l’Everest o il K2? La Gestione della Manutenzione, o Asset Management, può essere paragonata alla montagna che vogliamo scalare, e la preparazione a questa avventura dovrà tenere conto della complessità della scalata, ovvero dovrà considerare il livello di gestione della manutenzione che vogliamo raggiungere. Più le vette che vogliamo raggiungere sono elevate più sarà di conseguenza sofisticato il nostro equipaggiamento ed essenziale la dipendenza da esso. Così come l’alpinista ha necessità di portare con sé ossigeno, scarponi da neve professionali, ramponi, abbigliamento ad elevato isolamento termico e una adeguata preparazione atletica, il responsabile della manutenzione ha bisogno di dati, soluzioni Enterprise Asset Management (EAM), applicazioni mobile e standard a cui attenersi, di modelli predittivi e analitici, di visibilità dei dati e integrazione delle tecnologie a disposizione.

In questo articolo vogliamo mostrare le caratteristiche di software e strumenti necessari per affrontare la scalata verso un sistema di gestione della manutenzione completamente integrato, e quanto più vorremo puntare in alto in questa scalata, tanto più gli strumenti del responsabile di manutenzione dovranno essere affidabili, intuitivi e perfettamente ingegnerizzati per le specifiche esigenze del contesto. In particolare, vogliamo portare l’attenzione sugli strumenti attualmente disponibili nel mercato dei sistemi informativi di manutenzione e sul ruolo determinante che la scelta degli strumenti adeguati determina. Oltretutto, così come nessuno scalatore esperto penserebbe di preparare da sé l’attrezzatura necessaria, anche per i software l’analogia risulta perfettamente calzante: solo pochi anni fa, l’uso di carta e fogli di lavoro era ritenuto sufficiente per mantenere e gestire i database di manutenzione, ma le crescenti sfide del mondo industriale come la riduzione dei costi, l’innalzamento dei livelli di servizio richiesti dai clienti e non ultimo il crescere della complessità gestionale hanno richiesto lo sviluppo di strumenti così avanzati da portare i responsabili delle infrastrutture tecniche a lavorare giorno dopo giorno con le software house per realizzare gli strumenti giusti per affrontare la loro sfida. Intraprendere questo percorso consente alle aziende di raggiungere un livello di maturità maggiore nella gestione della manutenzione (Figura 1), evolvendo da un approccio sostanzialmente reattivo e una visione stand-alone di ciascun singolo asseta un comportamento proattivo, reso possibile dalle più recenti tecnologie nel mondo dell’informatica, delle telecomunicazioni e della sensoristica.

Lo standard PAS 55 rilasciato da BSI nel 2008 ha descritto perfettamente le linee guida di questo percorso evolutivo della gestione della manutenzione.

Secondo la PAS 55, l’Asset Management è un “insieme sistematico e coordinato di attività e pratiche che consente alle aziende, attraverso un’organizzazione gestita in modo ottimale e sostenibile dei propri beni e sistemi, di migliorare le proprie prestazioni, ridurre i rischi e le spese e di implementare il proprio piano strategico nel corso del ciclo di vita dell’asset”.

Questo principio ha trovato il proprio naturale sviluppo nello standard ISO 55000, che descrive un sistema di gestione della manutenzione completamente integrato nel contesto dell’organizzazione aziendale, toccando tutte le principali aree di interesse dell’organizzazione come qualità, amministrazione, ambiente e sicurezza e gestione del rischio. Per esempio, oggi un manager che pianifica delle attività manutentive consultando una singola interfaccia grafica può accedere facilmente al quadro completo delle condizioni di salute dell’asset, grazie ai dati trasmessi dai sensori installati sul campo, definire la priorità degli interventi grazie al performance model alla base del proprio sistema informativo, organizzare e assegnare i lavori sugli impianti selezionando le risorse più adeguate (grazie all’accesso alle valutazioni della direzione risorse umane) e supportare in tempo reale gli operatori grazie a un semplice supporto mobile.

Come possiamo quindi sintetizzare i benefici che le aziende possono ottenere grazie alla compliance con lo standard ISO 55000, adottando software e processi in grado di renderne possibile l’implementazione?

Per quanto possa sembrare ovvio, il primo vantaggio è la creazione di un sistema di gestione della manutenzione in sé. Questa è senza dubbio un’attività estremamente onerosa in termini di tempo e risorse, trattandosi di un processo data intensive. Proprio per questo tale attività necessita l’implementazione di un software dedicato costruito sulle linee guida della ISO 55000 e che sia in grado di connettersi all’intera piattaforma informatica dell’azienda, creando collegamenti e sinergie fra dipartimenti differenti.

Ciò comporta grandissimi benefici che derivano da una visione olistica completamente nuova delle dinamiche aziendali, che consente di identificare aree di miglioramento nascoste e, il più delle volte, inaspettate. Il secondo beneficio è il miglioramento nella visibilità del top management. Un Enterprise Asset Management rompe la logica dei sili verticali, ma perché funzioni correttamente anche i sili orizzontali tra operatività e strategia devono essere superati. Ci deve essere una chiara visione comune fra politiche e azioni manutentive, i sistemi informativi devono supportare il monitoraggio e controllo del processo nella quotidianità attraverso o l’architettura tecnica e sistemi di Business Intelligence che forniscono report e dashboard per supportare il business e la buona salute degli asset. Queste informazioni costituiscono i feedback per i principali stakeholder dell’azienda, che hanno il compito di realizzare miglioramenti in termini di efficienza ed efficacia dei processi e delle strategie di business, supportando il percorso verso la maturità nella gestione della manutenzione evolvendo gradualmente dalla manutenzione ciclica alla manutenzione predittiva.

Infine, la terza motivazione, per adottare un moderno sistema di asset management integrato con i diversi centri di competenza in azienda, è la possibilità di effettuare decisioni ottimizzate non solo dal punto di vista tecnico, ma anche finanziario.

Quando i budget sono ristretti, e scegliere l’investimento più adatto, o semplicemente non erodere le risorse in manutenzioni non necessarie può fare la differenza tra il successo e la crisi dell’azienda, essere capaci di raccogliere ed utilizzare una grande quantità di informazioni tecniche ed economiche per bilanciare rischi, costi e prestazioni degli asset consente di fare scelte globalmente sostenibili e allineate alla strategia aziendale.

Questi obiettivi sono stati ormai ampiamente accettati da diverse grandi realtà industriali, e alcune hanno già raggiunto un buon livello di maturità nella gestione della manutenzione implementando software e processi dedicati, in ogni caso raggiungere la vetta una volta non è la stessa cosa che farlo ogni giorno. Per poterlo fare, il team di gestione della manutenzione deve essere flessibile e innovativo per sostenere alti livelli nella gestione degli asset in maniera consistente. Proprio come accade in montagna, spesso le condizioni atmosferiche mutano rapidamente causando una serie di imprevisti o addirittura veri e proprio incidenti. Anche nel contesto industriale la probabilità che si verifichino eventi imprevisti è elevata, per cui è fondamentale che il sistema informativo di manutenzione sia flessibile e innovativo per assicurare le massime prestazioni in un contesto dinamico, caratterizzato da eventi imprevisti e da cambiamenti organizzativi frequenti. È proprio considerando il fattore variabile come di rilevante importanza che i software di ultima generazione consentono direttamente agli utilizzatori di creare gli sviluppi necessari basati su delle logiche intuitive ed aperte.

Queste soluzioni software devono anche definire viste degli asset trasversali nell’organizzazione aziendale per fornire ai differenti utenti le informazioni necessarie alle proprie specifiche esigenze. Si tratta di un approccio di tipo Digital Enterprise (Figura 4), che è essenziale per una gestione sostenibile degli asset aziendali.

In questo breve articolo abbiamo elencato alcuni fondamentali requisiti per raggiungere la piena maturità di un sistema di gestione della manutenzione efficace ed efficiente. L’analogia con la scalata alla montagna ci è servita per spiegare l’organizzazione di un sistema di gestione della manutenzione completamente al passo con le nuove tecnologie. In conclusione, più che avere il giusto equipaggiamento, quello che farà la differenza nei prossimi anni per le aziende che si avventureranno in questa “scalata” sarà la capacità di scegliere di quale strumento avvalersi di volta in volta, in base alle esigenze del contesto e in base alle competenze dell’utilizzatore.

Robert Alonso, Rail Solutions Executive, Enterprise Software, ABB
Alessandro Pedretti, Solutions Consultant, Enterprise Software, ABB