La manutenzione edilizia nei centri storici

Un tutorial rivolto all’utenza

  • Dicembre 19, 2016
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  • Figura 1 - Palazzo Tisi, San Cipriano Picentino (SA)
    Figura 1 - Palazzo Tisi, San Cipriano Picentino (SA)
  • Figura 2 - Palazzo Tisi, San Cipriano Picentino (SA)
    Figura 2 - Palazzo Tisi, San Cipriano Picentino (SA)
  • Figura 3 - Rilievo dei guasti in facciata
    Figura 3 - Rilievo dei guasti in facciata

Il progetto dell’APP/tutorial per la manutenzione edilizia si inserisce nella tematica dell’uso delle ICT a supporto di nuovi modelli di fruizione, tutela, gestione e valorizzazione dei centri storici; mira a definire un  ruolo dell’utente/fruitore (residente nel centro storico) da soggetto attivo che collabora alla gestione ed alla manutenzione degli edifici in esercizio. L’obiettivo del progetto, partendo da un approccio bottom-up, è quello di avviare una condivisione delle conoscenze che, dal sapere esperto, vengono tradotte e trasferite agli utenti attraverso l’uso di un linguaggio semplificato e di uno strumento immediato e di uso comune.

La fase di conoscenza del caso studio per la validazione del progetto: Palazzo Tisi, San Cipriano Picentino (SA)

Il caso studio applicativo della ricerca è il Palazzo Tisi, nel centro storico di San Cipriano Picentino (SA), un edificio fragile in cui, il processo di obsolescenza sul costruito, ha delineato un’elevata condizione di vulnerabilità (Fig. 1). La costruzione della parte più antica di Palazzo Tisi (costituita dal piano parzialmente interrato, dal piano terra e dal piano primo) cominciò nel 1660, quando fu denominato Palazzo Califri in nome della famiglia che ne commissionò appunto l’edificazione.

Nel 1700 divenne proprietà della famiglia Cioffi che lo destinò a propria dimora familiare e agli inizi dell’800’ venne trasferito ai Tisi, quale pagamento per una quota societaria di commercio da parte dei Cioffi ; il palazzo venne allora trasformato operando una sopraelevazione ed un locale sottotetto; il piano terra venne frammentato in una serie di botteghe e il piano nobile divenne sede della scuola per l’educazione dei giovani delle famiglie Tisi e Cioffi. Alla fine dell’800’ risalgono, i lavori di ammodernamento delle facciate mediante del bugnato al piano terra  e delle modanature in corrispondenza della copertura.

La muratura portante è in pietra calcarea, a conci irregolari posti in opera con malta bastarda, a base di calce, con spessore di 2 cm; lo strato d'intonaco è realizzato con malta di calce spenta, con spessore che  varia dai 3 ai 6 cm (in corrispondenza delle bugne e dei cantonali). A fronte delle trasformazioni della configurazione del costruito si può riscontrare una diffusa presenza di guasti dovuta all’assenza o all’inadeguata realizzazione di interventi di manutenzione oltre che alla vetustà dell’ edificio stesso (Fig. 2).

Il processo di funzionamento del tutorial: la  lettura dei guasti e la simulazione sul caso applicativo

Le attività di pianificazione e programmazione della manutenzione per i centri storici rappresentano un percorso di salvaguardia preventiva: la strategia della manutenzione consente, infatti, di ottenere benefici in termini di conservazione (minore perdita di materia) e di valorizzazione (godimento del Patrimonio Culturale da parte dei fruitori). La predisposizione e l'attuazione di un piano di manutenzione nei centri storici consentono di ottimizzare l'affidabilità complessiva degli immobili e di ogni loro singolo componente mediante la definizione di strategie e frequenze di intervento da adottare. Gli interventi manutentivi vengono pianificati in funzione dei guasti riscontrati (decrementi prestazionali) e dei livelli di criticità da essi derivanti.

Fondamentale risulta dunque la fase di rilievo e di analisi dei guasti stessi. Questa fase operativa iniziale, destinata ai tecnici del settore, prevede l’uso di metodologie, di strumenti di rilievo e di diagnostica, già ampiamente consolidati, che conducono ad una scientifica misurabilità del livello di criticità dei guasti riscontrati (R. Di Giulio, Manuale di manutenzione edilizia, valutazione del degrado e programmazione della manutenzione, Maggioli, Repubblica di San Marino, 2007). L’uso del tutorial progettato, diviene occasione per attuare una pianificazione guidata della manutenzione partecipata, in cui, l’utente, può supportare attraverso un monitoraggio continuo e segnalazioni tempestive, la programmazione tecnica degli interventi di manutenzione. La potenzialità della traduzione del tutorial in un APP per smartphone, ha poi aperto la strada all’utilità dello strumento di condivisione delle informazioni tra gli utenti, alla funzione segnalazione a chi gestisce i fabbricati, alla archiviabilità e consultabilità dei dati per i tecnici. In primis è stato generato un glossario destinato agli utenti dell’APP, in cui attraverso classificazione, definizione ed immagine rappresentativa, è codificata una selezione dei guasti più ricorrenti e riscontrabili sul costruito dei centri storici napoletani raccolti in una galleria infografica.

La classificazione è stata strutturata mediante quattro categorie di segnali di guasto: fessurazione, aggiunta di materia, sottrazione di materia, deformazione. Successivamente è risultato indispensabile consentire all’utente di collocare i guasti rilevati in modo preciso ed immediato indicandone lo specifico posizionamento in vista dei possibili ulteriori riscontri da parte di altri utenti. La posizione del guasto rilevato si individua attraverso una procedura che, partendo dall’ambito di osservazione dell’utente (strada esterna, androne di accesso, corte interna e copertura dell’edificio), rintracciando le aree di osservazione (facciata, pavimentazione, volta, manto di copertura, vano scala e porticato), giunge a definirne le unità sensibili, gli elementi da manutenere e gli elementi tecnici coinvolti dal guasto a cui sono associati i processi di guasto.

La presenza del guasto viene poi confermata mediante un confronto fotografico: l’utente, col proprio supporto mobile, cattura un’immagine del guasto rilevato e, collegandosi alla galleria infografica, per effettuare l’operazione di confronto, può validare o meno la presenza del guasto individuato. Infine si trova ad esprimere una valutazione del guasto rilevato valutandone la priorita’ di intervento, in quanto fenomeno embrionale ed incubatore di dissesti edilizi, di compromissioni della funzionalità dei sistemi e di possibili danni all’utenza. La percezione della gravita’ di un guasto e’ affidata, dunque, alla sensibilita’ dell’utente e l’applicazione genera 3 livelli di alert opzionabili; La segnalazione verra’ valutata successivamente da un tecnico specializzato. A valle del processo di rilievo ed identificazione dei guasti, l’APP genera una scheda  di sintesi che l’utente potrà condividere e inviare all’amministratore attraverso la segnalazione.

La progettazione dell’APP/tutorial è stata espletata mediante l’uso procedurale dell’albero delle decisioni che ha consentito il controllo delle diverse fasi del processo ed il governo delle scelte delle procedure guidate da sottoporre all’utenza. Il rapporto parallelo con tre tipologie di interlocutori: tecnici, utenti non esperti e sviluppatori, ha richiesto una forma di flessibilità trasversale nell’uso della terminologia tecnica e nelle modalità di comunicazione delle informazioni da condividere.  La simulazione condotta è stata sottoposta ad un gruppo di residenti che ha partecipato all’intera procedura di svolgimento del tutorial, per l’individuazione e la segnalazione di un processo di guasto in facciata di Palazzo Tisi.

Si è svolta nell’ambito di osservazione strada esterna, interessando, dunque, l’area di osservazione facciata esterna; l’unità sensibile in esame è stata il basamento, l’elemento da manutenere il paramento murario. L’elemento tecnico coinvolto dal guasto è risultato la finitura che presenta una sottrazione di materia in termini di distacco, caduta e perdita di materiale. Le condizioni di obsolescenza della facciata dell’edificio indicano un livello di alert medio percepito dall’utenza.

Conclusioni

La simulazione effettuata ha destato una presa di coscienza della necessità di operare una messa in sicurezza e un adeguamento degli edifici agli standard contemporanei attraverso una manutenzione programmata e costante quale forma di prevenzione a fronte di interventi di portata maggiore, con maggiori costi e tempistiche prolungate.

Da questo progetto, possono derivare benefici che ricadono anche sulle figure professionali coinvolte nella programmazione, nella pianificazione e nell’esecuzione degli interventi di manutenzione edilizia: gli amministratori dei beni (che possono beneficiare di uno snellimento delle procedure di gestione dei guasti e dell’affidamento di incarichi per interventi urgenti o per sopralluoghi di tecnici specializzati) e i tecnici progettisti/esecutori (che possono usufruire dell’accesso al repository esterno per archiviare/consultare dati tecnici sugli interventi apportati e/o previsti sull’edificio, al fine di generare un sistema di elementi significativi e costitutivi che possono incrementare la tempestività degli interventi nel piano di manutenzione.

Bibliografia

  • I. Ferraro, Napoli. Atlante della Città Storica. Quartieri Spagnoli e “Rione Carità”, OIKOS, Napoli, 2004
  • R. Di Giulio, Manuale di manutenzione edilizia, valutazione del degrado e programmazione della manutenzione, Maggioli, Repubblica di San Marino, 2007
  • R. Landolfo, M. Losasso, M. R. Pinto (a cura di), Innovazione e sostenibilità negli interventi di riqualificazione edilizia. Best practice per il retrofit e la manutenzione, Allinea, Firenze, 2012
  • A. Missori (a cura di), Tecnologia, progetto, manutenzione. Scritti sulla Produzione Edilizia in ricordo di Giovanni Ferracuti, Francoangeli, Milano, 2004
  • F. Castagneto, V. Fiore (a cura di), Recupero Valorizzazione Manutenzione nei Centri Storici. Un tavolo interdisciplinare, Letteraventidue, Siracusa, 2013
  • G. Caterina, V. Fiore (a cura di), Il Piano di Manutenzione Informatizzato. Metodologie e criteri per la gestione informatizzata del processo manutentivo, Liguori, Napoli, 2002

Filomena Borriello
Ph.D. Architetto, DiArc, Università degli Studi di Napoli Federico II