Manutenzione nell'Asset Management: una nuova prospettiva?

  • Novembre 16, 2015
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    Manutenzione nell'Asset Management: una nuova prospettiva?

Negli ultimi anni l'Asset Management (AM) sta guadagnando sempre più interesse, sia come processo di business che come disciplina manageriale.

La pubblicazione della ISO 55000 sull'AM ne dimostra la maturità raggiunta. La ISO 55000 pone l'accento sull'asset, definendolo come item o entità che ha un valore, potenziale e corrente, per un'organizzazione aziendale. Una prima distinzione pratica che può essere fatta è tra asset tangibili, fisici, ingegneristici, e asset intangibili, finanziari.

 

Nella gestione degli asset fisici, possiamo annoverare item come macchinari, attrezzature, impianti, infrastrutture, fabbricati, terreni ?. In questo contesto, la ISO 55000 definisce l'AM come un approccio che abbraccia diversi attori di un'organizzazione aziendale che, attraverso una gestione coordinata, operano a garanzia della creazione di valore dagli asset posseduti dall'azienda; la manutenzione è uno degli attori di rilievo, da coinvolgere nella gestione.

 

Ci sono varie ragioni per questo.

La durata della vita operativa non è solo causa di spese, spesso maggiori del costo di acquisto, o di rischi per varie categorie di impatto (ambiente, sicurezza delle persone, integrità del patrimonio, ?). La vita dell'asset è anche una fonte incommensurabile di dati ed esperienze per arricchire le competenze tecniche ed ingegneristiche.

Per la piena creazione di valore è quindi indiscutibile che, grazie a dati ed esperienze, oltre che specifiche competenze, si può valorizzare la funzione manutentiva, e il suo contributo potenziale non solo nel corso della vita operativa, ma anche all'inizio, in fase di progetto, acquisto, selezione dei fornitori ? di beni impiantistici e materiali. A dimostrazione dell'importanza del nuovo ruolo, ci si può ancora riferire a uno standard, il BS EN 16646: 2014 sulla Maintenance within Physical Asset Management.

E' utile, a questo punto, una riflessione sul ruolo dell'ingegneria: come cambia, con l'affermarsi dell'AM, l'ingegneria negli impianti industriali e nelle infrastrutture? Un fattore guida del cambiamento è l'approccio di management orientato al ciclo di vita dell'asset. Il ciclo di vita porta ad un nuovo modo di pensare, ed è un trait d'union grazie al quale le competenze ingegneristiche, distribuite anche in diverse organizzazioni aziendali, potranno collaborare per favorire la miglior gestione ai fini della creazione del valore. Ciò è oggi prospettabile anche grazie a strumenti modellistici evoluti, e tecnologie avanzate per la gestione dei dati generati nella vita dell'asset. Si creano così nuove prospettive per attività e professionalità richieste: in futuro, l'ingegneria di manutenzione potrà, meglio che in passato, portare un contributo essenziale sin dall'inizio del ciclo di vita dell'asset, mentre l'ingegneria di affidabilità, più connaturata alla progettazione del bene, potrà giovarsi di tale contributo. I lavori raccolti in questo mese sono esempi di una ingegneria più evoluta.

 

Il primo lavoro presenta un'esperienza, nell'Oil & Gas, di adozione di un sistema di Asset Performance Management per la gestione delle conoscenze e il miglioramento continuo delle prestazioni, basato sull'utilizzo di indicatori oggettivi. Il secondo lavoro, nel siderurgico, è il resoconto di un progetto per l'introduzione di un modello di previsione dell'usura, utile per ottimizzare - in base alle condizioni - la programmazione della manutenzione di gabbie di calibrazione e, quindi, per limitare gli impatti sulle performance di un processo di laminazione. Il terzo contributo, ancora nel siderurgico, è un "classico" progetto di ingegneria di manutenzione per migliorare le performance in un treno di laminazione vergelle.

Infine, con la quarta memoria, un caso di infrastruttura, si affronta il problema della valutazione della migliore strategia di posizionamento dei magazzini ricambi, con la verifica delle politiche di gestione basata su un modello innovativo di simulazione per l'analisi d'impatto sulla circolazione ferroviaria.

Prof. Marco Macchi, Dipartimento di Ingegneria Gestionale, Politecnico di Milano

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