Facility App

Oggi il Facility Manager dovrebbe essere ubiquo, ecco che vengono in suo aiuto meravigliose app, ma il segreto specie in vista dell'IoT sta nella "nuvola", ma non solo

  • Luglio 27, 2016
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Il Facility Management copre una serie di processi di natura più semplice e limitata rispetto alla manutenzione e all'Asset Management, tuttavia il suo carattere distribuito nel territorio ne fa il primo utilizzatore delle nuove tecnologie e specificatamente dell'internet delle cose (IoT).

 

Estendere la rete Internet al mondo degli oggetti consentirà di fare esperienze nemmeno immaginabili solo un paio di anni fa. L'evoluzione dei social media che abbiamo osservato in questi anni, con le maggiori opportunità che chiunque ha potuto sperimentare anche e soprattutto nel mondo del lavoro, non è nulla rispetto a ciò che rappresenterà l'interconnessione delle "cose" con i processi e le persone.

 

Il primo passo verso le esperienze digitali più avanzate, nel Facility Management, è avvenuto con l'energia e con gli strumenti che permettono di valutare le prestazioni e il livello di qualità rispetto al patrimonio immobiliare di una organizzazione.

 

Sull'argomento la nostra rivista era intervenuta circa due anni fa (I vantaggi dell'internet delle cose nel mondo del Facility Management, MT&M, dicembre 2014) promettendo una serie di evoluzioni organizzative rispetto alla manutenzione preventiva, al telecontrollo di impianti meccanici ed elettrici, alla gestione dell'energia, fino alla qualità abitativa degli ambienti di lavoro in termini di sicurezza, microclima, e alla efficienza dei servizi e dei consumi. Rilevando ad esempio il numero delle persone presenti e adeguando in conseguenza tutte le regolazioni.

 

A ciò bisogna aggiungere che in questi due anni, parimenti con lo sviluppo della domotica e della sensoristica, si è ulteriormente ridotto il costo dell'hardware e migliorata l'interoperabilità dei sistemi nonostante la varietà dei software e dei linguaggi e, soprattutto, è andata sempre più affermandosi la "nuvola" come strumento per garantire sicurezza e privacy.

 

La domotica ha stretti legami con IoT e con il Facility Management quando i sistemi e gli impianti domotici sono interconnessi e sono in grado di trasmettere e ricevere informazioni, che sono poi opportunamente trattate (BigData).

 

I sistemi domotici evolveranno dalle attuali centraline a sistemi in grado di alimentare BigData e di comunicare con APP che interfacceranno BigData e, con i dati in esso conservati e opportunamente elaborati, forniranno all'utente le sintesi dei diversi processi e un veloce feed-back sulle eventuali derive in corso. L'intercettazione precoce delle derive si rivelerà di particolare utilità per la manutenzione e per prevedere eventuali disservizi più o meno gravi.

 

Il Gartner Group prevede che i dispositivi intelligenti (smart devices) raggiungeranno il ragguardevole numero di 26 miliardi entro il 2020, una dimensione quasi inimmaginabile, quando l'Internet delle cose (IoT) diventerà, con buona pace di Cisco System, l'internet di qualsiasi cosa (IoE).

 

Il Cloud, la "nuvola", è la piattaforma abilitante che permetterà il passaggio dall'Internet delle cose, all'internet di tutto ciò che ci circonda (Internet of Everything, IoE) e questo garantendo connettività, interoperabilità e sicurezza negli scambi dei dati.

 

Secondo Cisco Systems, "solo una rete di Cloud potrà sostenere l'onda d'urto della Internet of Everything". Le soluzioni cloud saranno fornite da provider come Microsoft con Azure, oppure saranno infrastrutture private in rete fra loro con Intercloud, tale piattaforma d'interconnessione "è distribuita a livello globale, e integra un elevato grado di sicurezza e funzionalità analitiche in real-time".

 

In quale aree si svilupperà nel prossimo decennio la IoE?

 

A quanto pare le aree di maggiore diffusione saranno: la manifattura intelligente, la salute, l'automotive, gli edifici intelligenti e le utilities. Entrambe le due ultime aree rivestono un grande interesse per l'adeguamento del Facility Management alle nuove tecnologie e, riteniamo, un importante stimolo a fare investimenti.

 

Il Facility e l'Asset Management, con gli edifici intelligenti, diventeranno il cuore della smart home, della smart city, la città intelligente, che con le smart grid, le reti intelligenti acquisirà una capacità di produzione e gestione delle utilities, e alla fine produrrà uno smart business. Tutto inevitabilmente smart.

 

A livello mondiale il Gartner group prevede entro il 2025 un giro di affari per gli edifici intelligenti superiore a 213 miliardi di euro, segue l'automotive con 176 miliardi, le utilities con 44 miliardi, le Smart Cities con 21 miliardi e il Manufacturing con 17 miliardi di euro.

 

In Italia, secondo il dipartimento Gesti.Tec del Politecnico di Milano vi sono oltre l'1% di abitazioni con sistemi per il telecontrollo (del riscaldamento, ma non solo) e per il monitoraggio delle intrusioni. Le dimensioni del living service sempre in Italia, secondo Accenture, riguardano 6 milioni di dispositivi connessi nel 2013, 7,5 milioni di automobili connesse entro il 2016, la quota di mercato dello Smart Home & Building si prevede nel 2016 pari al 21%, mentre il trend dei dispositivi connessi è pari ad un incremento del 20% annuo.

 

L'opinione di Jeremy Rifkin, consulente della Comunità Europea, è che stiamo assistendo ad un passaggio epocale con l'affermarsi di un nuovo sistema economico. L'emergere dell'Internet delle cose sta creando i presupposti per dar vita al "commons collaborativo" che ci porterà verso una "società a costo marginale zero".

 

Jeremy Rifkin, che da tempo promuove l'IoT e ne è stato l'anticipatore nel suo laboratorio, dal MIT in poi, sostiene che nella IoT convergeranno tre diverse tecnologie, l'internet dell'energia, l'internet delle comunicazioni e l'internet dei trasporti. L'utilizzo di BigData, permetterà di aumentare la produttività e ridurre drasticamente il costo marginale di beni e servizi, in un contesto di una economia della condivisione (sharing economy).

 

La condivisione è il partner naturale di una economia circolare cui anche l'Europa aspira (COM/2014/0398 final/2) per ridurre la quantità dei rifiuti ed assicurare una maggiore affidabilità e manutenibilità dei prodotti, ciò avrà un impatto importante sui costi del Facility Management.

 

L'economia circolare permette di ridurre la quantità di materie prime necessarie a fornire un servizio, allungando la vita utile dei prodotti, riducendo il consumo di energia, creando mercati per le materie prime secondarie, questo grazie anche al concepimento di prodotti facili da mantenere in buono stato, da riparare, ammodernare, rifabbricare o riciclare.

 

I consumatori avranno parimenti l'opportunità di sostituire l'acquisto e la proprietà di alcuni beni con servizi di noleggio, prestito o condivisione, migliorando la scelta sui prodotti e al tempo stesso riducendo l'impegno economico derivante dal possesso, con una migliore efficienza complessiva.

 

Ciò si tradurrà, per il Facility, in minori costi di manutenzione, risparmio energetico e meno costi di amministrazione. Oltre a concepire l'edificio in un modo completamente nuovo.

 

In questi mesi è importante seguire gli sviluppi delle tecnologie abilitanti che possono avere un impatto sull'eventuale accelerazione dei trend che abbiamo delineato:

 

  • le connessioni internet IP v6 e la disponibilità di TCP/IP su ogni dispositivo di accesso;
  • la diffusione del Cloud per garantire la sicurezza delle comunicazioni e la privacy dei dati;
  • la creazione di nuovi standard condivisi per garantire l'interoperabilità dei sistemi e delle soluzioni fornite da produttori diversi;
  • l'individuazione di fonti di energia autoprodotta localmente (criteri di Energy Harvesting, o mietitura di energia) per garantire l'autonomia energetica dei dispositivi disseminati un po' dovunque.

 

 

 

Maurizio Cattaneo

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